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Crisi, risorge il Mercatino a Caltanissetta: gli affari sono possibili

CALTANISSETTA. Spendendo 40 euro si è accaparrato un dipinto di autore quotato quasi 5 mila euro. Un collezionista ha notato il quadro tra gli oltre diecimila oggetti esposti nel capannone di meno di mille metri quadrati in via Venezia, allestito come un vero e proprio mercatino. Un’opera d’arte celata da lavandini, vecchi infissi, mobili in disuso e oggetti vari. Tutti rigorosamente fuori produzione. È stato un uomo di circa 40 anni a fiutare l’affare portando a casa l’opera di Nino Ucchino, noto artista siciliano contemporaneo. L’acquisto gli sarebbe valso una rivalutazione del suo investimento pari al 125 per cento. Almeno secondo le quotazioni ufficiali. «Non aveva in tasca nemmeno i soldi per acquistarlo – commenta Fabiola Morreale, titolare dell’attività commerciale - . Ha chiesto di metterlo da parte e poche ore più tardi è venuto a ritirare il dipinto di Ucchino».
“Il mercatino”, questo il nome dell’attività commerciale, è un vero e proprio punto di riferimento in città per gli amanti degli oggetti fuori produzione. Solo da pochi mesi, dopo 20 anni dalla sua inaugurazione, ha cambiato gestione. Sotto il capannone e nel piazzale attiguo sono accatastati oggetti di diversa provenienza esposti senza una precisa connotazione. Complessivamente l’area del mercatino si estende per quasi mille metri quadrati, cinquecento dei quali coperti.
A causa della crisi molte famiglie tendono a disfarsi del superfluo per ricavare qualche euro, ma ci sono anche coloro che svuotano vecchie case portando gli oggetti che vengono messi in vendita a prezzo di realizzo al mercatino che garantisce occupazione a tre persone. «Ci sono gli avvoltoi del mercatino – commenta Giuseppe Trubia – Sono intenditori di oggetti rari che si spostano tra i comuni del territorio. Sono persone con specifiche conoscenze. Esperti in ceramiche, argenterie, mobili di antiquariato e di quadri. Stanno anche ore a osservare gli oggetti ma, come i giocatori di poker, non lasciano trasparire nessuna emozione quando ritirano l’oggetto alla cassa. Questo è il bello del nostro lavoro – aggiunge – . È come se vendessimo “Gratta e vinci” con l’eccezione che chi conosce gli oggetti riesce a quantificare il profitto. Non ci limitiamo a mantenere i prezzi bassi e accessibili a tutti. Del resto tra i nostri clienti ci sono persone che cercano oggetti di fortuna per risparmiare. Nient’altro». A testimoniare le parole di Trubia i vecchi accessori dei bagni, tra lavandini, bidet e gabinetti, smontati e messi in vendita insieme a vecchi infissi o cianfrusaglie varie. Proprio tra questi però non è improbabile trovare un oggetto raro. «In verità la vendita dell’antiquariato in città non è florida, per via della crisi economica – precisa la titolare, Fabiola Morreale – Anche per questo motivo preferiamo concordare con i proprietari prezzi popolari e di certo più competitivi».

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