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Crocetta: il sistema della Formazione in Sicilia va azzerato

Il presidente della Regione: «Stop ai sussidi facili per Pip e Asu. Presto un nuovo albo per i precari della scuola, la politica prenda atto dell’importanza delle nostre riforme»

PALERMO. «Il sistema della formazione così come è strutturato oggi va azzerato, a breve definiremo una riforma rivoluzionaria. Ma la politica la smetta di protestare per questioni elementari di giustizia ed equità sociale e prenda atto dell'importanza delle riforme varate dal governo su tutti i fronti»: il presidente della Regione, Rosario Crocetta, interviene a tutto campo sull'azione dell'esecutivo.

DIVERSI DEPUTATI HANNO CRITICATO LA NORMA CHE IMPONE AI PIP IL TETTO AL REDDITO ISEE. IL DEPUTATO DEL PD, CRACOLICI, HA PRESENTATO UN ORDINE DEL GIORNO ALL'ARS SOSTENENDO CHE IL SUSSIDIO NON PUÒ DIPENDERE DAL REDDITO FAMILIARE MA DA QUELLO PERSONALE. QUAL È LA SUA OPINIONE?
«Ma come si può pensare che se uno vive in una famiglia ricca, con un ingente patrimonio, possa ricevere un sussidio? In Italia e a livello europeo i sussidi sono basati sul reddito familiare, sull'Isee. Un ragazzo che va all'università ha diritto ha un aiuto non per il reddito personale ma sulla base del reddito familiare. Voglio poi ricordare che se avessimo mantenuto la situazione che c'era con la costituzione della Social Trinacria, i costi sarebbero saliti in maniera esorbitante. Dai 60 milioni prospettati siamo passati a una spesa di 20 milioni. Adesso, secondo questa interpretazione della politica, che vuole accontentare 200 persone per inseguire facili consensi, dovremmo pagare chi non ne ha bisogno? Questo principio vale per i Pip, per gli Asu e per tutti coloro che ricevono un sussidio in Sicilia».

C'È UN ALTRO SETTORE, QUELLO DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE, DOVE CONTINUE INCHIESTE COINVOLGONO POLITICI: COSA PREVEDE SU QUESTO FRONTE LA RIFORMA?
«Il sistema della formazione così come è oggi strutturato va azzerato. Sulla vicenda del deputato del Pd Francantonio Genovese sarà la magistratura ad accertare la verità. Ma sarebbe banale ad esempio porsi la domanda sul perché le università e le scuole non sono accreditate come enti: è chiaro che questo sistema era strutturato per favorire un sistema di interessi privati. In futuro gli unici enti che potranno accedere ai finanziamenti saranno quelli che otterranno dei risultati. Rivoluzioneremo il sistema di pagamento, premiando le strutture che effettivamente aiutano gli allievi a trovare un'occupazione. Daremo anche una risposta concreta ai lavoratori del settore, senza alcuna operazione di macelleria, perché saranno garantiti dall'iscrizione all'albo. Pensiamo inoltre di prevedere un altro albo che includa i nuovi precari della scuola che escono dall'università e non riescono a inserirsi negli albi ministeriali, per trovare un risposta lavorativa per questa platea di persone».
ARTIGIANI E IMPRENDITORI RECLAMANO INTERVENTI PER LO SVILUPPO, A LORO AVVISO NON PRESENTI NELLA MANOVRA CORRETTIVA. COME RISPONDE ALLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA?
«Lo sviluppo non è una variabile indipendente dalle azioni quotidiane del governo. Penso alle tremila pratiche ferme all'Ambiente ed esitate in un anno, che chiaramente daranno i loro frutti quando partiranno gli investimenti. Qualcuno si aspetta che si determini immediatamente sviluppo, ma non è così. Abbiamo finanziato lavori in 250 scuole, erogato contributi ad alberghi, agricoltori: gli effetti si vedranno quando partiranno i lavori. A livello nazionale Cottarelli parla di un piano di risparmi da tre miliardi, noi solo in Sicilia siamo arrivati a quota due miliardi e mezzo. Vogliamo essere giudicati sui fatti concreti».

QUALI RIFORME CREDE POSSANO O POTRANNO INFLUIRE MAGGIORMENTE SUL TESSUTO SOCIALE ED ECONOMICO DELL'ISOLA?
«Eravamo considerati dei tiranni quando abbiamo avviato le rotazioni, ma abbiamo fatto emergere degli scandali ed evitato che continuassero ad essere perpetrate cattive pratiche. Penso poi l'abolizione delle Province, la legge sulla incompatibilità dei deputati e quella sulla semplificazione amministrativa, il testo unico sulle attività produttive, la legge sui testimoni di giustizia, quella sull'acqua pubblica, il patto dei sindaci per promuovere l'energia rinnovabile nei Comuni. Nella sanità abbiamo risparmiato 160 milioni di euro di assicurazione, fatto chiarezza sugli appalti. Sono tutte azioni di governo, ma siccome la politica delle chiacchiere è abituata solo a leggi manifesto, non capisce l'importanza di queste riforme».

DALLE SUE PAROLE EMERGE UNA FORTE CRITICA ALLA POLITICA: RITIENE CHE A FRONTE DELL'AZIONE RIFORMATRICE RIVENDICATA DAL SUO GOVERNO, L'ARS SI STIA MOSTRANDO AVVERSA?
«È un argomento che un po' mi imbarazza, da presidente della Regione devo e voglio rispettare l'autonomia del Parlamento, ma mi auguro che ci sia condivisione totale sulle riforme del governo e si possa marciare tutti uniti nella stessa direzione. Diciamo che c'è un problema che riguarda più le scelte della politica che genericamente un conflitto col Parlamento, anche perché sarebbero ingiuste delle critiche nei confronti del presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, che ha avviato forti azioni di riduzione della spesa».

QUALI INTERVENTI RITIENE UTILE IL GOVERNO PER ACCELERARE LA SPESA DEI FONDI COMUNITARI?
«Tutti parlano di ritardi, ma la nuova programmazione scatta dall'anno prossimo, nel frattempo abbiamo un problema pratico, di rispettare la vecchia programmazione. Abbiamo già rimodulato le somme e se lo facessimo adesso avremmo solo un effetto, quello di non rispettare i tempi con la conseguenza di perdere le risorse. Abbiamo un gap che deriva dal passato e che lo scorso anno abbiamo colmato parzialmente, rendicontando più di quanto ci chiedevano la Commissione europea e il governo nazionale. Però è chiaro che il passato pesa ancora».

SULLA NORMA PER PAGARE I DEBITI ALLE IMPRESE, TORNATA IN COMMISSIONE, IL GOVERNO RIVEDRÀ LA PROPRIA POSIZIONE?
«Voglio chiarire che non stiamo aumentando l'Irpef e l’Irap, che potranno anzi essere diminuite dal 2016. Intanto è necessario offrire garanzie all'istituto di credito per ottenere il mutuo. Opporsi a questo meccanismo da 50 milioni di euro l'anno, a fronte degli effetti devastanti che avrebbero e stanno avendo questi debiti sul mondo delle imprese, sarebbe una follia».

COME PENSA CHE IL RIMPASTO INCIDERÀ SULL'AZIONE DEL GOVERNO?
«Sia chiaro: se sul rimpasto il tema è quello di garantire maggiore condivisione nelle scelte con la politica, va bene, ma se il tema è quello del cambiamento di prospettiva sulla lotta contro il malaffare e gli sprechi, io mi oppongo. Sul rimpasto c'è una discussione in corso, domenica (oggi, ndr) si svolgerà l'assemblea del mio partito e devo dire che ci arrivo esterrefatto dagli attacchi ricevuti, laddove mi sarei aspettato solidarietà e condivisione. Voglio ricordare che sono un dirigente nazionale del Pd, mentre mi trovo continuamente trattato come un corpo estraneo».

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