CATANIA. «Il bello del calcio è che i pronostici possono essere ribaltati». Visto che la classifica non induce all'ottimismo, tocca a Rolando Maran provare a infondere fiducia al Catania, ultimo della classe a forte rischio retrocessione e atteso domani sera dal testacoda casalingo con la capolista Juventus. «Se guardiamo la graduatoria - spiega il tecnico rossazzurro - si fa presto ad attendersi una partita senza storia. Noi, però, dobbiamo andare oltre i numeri e il divario che ci separa dai bianconeri. Serve un miracolo? Non mi pare il termine giusto. Occorre un insieme di cose fatte bene». Per cercare un risultato positivo in grado di rinfocolare le speranze di salvezza, gli etnei, reduci dalla brutta sconfitta esterna col Sassuolo, hanno trascorso l'intera settimana in ritiro a Ragusa. «Non ho mai amato i ritiri - confessa Maran - nè da giocatore nè da allenatore, ma a volte subentrano altre considerazioni. Abbiamo cominciato la settimana con un macigno addosso, però con il trascorrere dei giorni ho ricevuto dal gruppo indicazioni positive. Abbiamo lavorato molto sull'aspetto mentale, bisogna evitare certi black out che ci sono costati cari». Al Massimino ci sarà il tutto esaurito con il probabile record stagionale di pubblico e d'incasso. La Juventus torna nello stadio catanese dopo la discussa vittoria dello scorso campionato, quando la squadra di Conte s'impose di misura tra le vibranti proteste rossazzurre per una rete regolare annullata a Bergessio e un gol di Vidal viziato da un fuorigioco. Resta da vedere, però, quale clima troveranno i padroni di casa. «In città - conferma Maran - l'atmosfera non è delle migliori. La classifica non alimenta entusiasmi. Sappiamo, però, di poter accendere la nostra gente con un buon impatto sulla gara. La Juventus è di gran lunga la squadra più forte del torneo, per provare a limitarla dobbiamo dare il massimo. Vorrei uscire dal campo orgoglioso dei miei ragazzi».
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