PALERMO. Il sospetto è pesante, oltre a dare sussidi a finti poveri e persino a un precario che in realtà era milionario, la Regione siciliana per 14 anni avrebbe pagato l'assegno sociale anche a presunti mafiosi e affiliati a Cosa nostra, un elenco di 25 persone ora al vaglio della Procura di Palermo, che ha aperto una inchiesta. Si tratta di milioni di euro erogati a 2.900 precari, cosiddetti ex Pip (piani d'inserimento professionale), inseriti nel 1999 nel progetto «Emergenza Palermo» riservato a ex detenuti e poi allargato anche a soggetti svantaggiati: la Regione, due giorni fa, ne ha espulsi 25 perchè non avrebbero i requisiti morali e di buona condotta per poter beneficiare del sussidio di 832 euro al mese. Alcuni avrebbero continuato a ricevere l'assegno mentre si trovavano in carcere.
Lo scandalo ex Pip sta assumendo contorni sempre più inquietanti. Dell'elenco dei 25 espulsi faceva parte anche Fabio Pispicia, fermato a Palermo pochi giorni fa dalla polizia, assieme a un'altra persona, mentre era a bordo di una Fiat Uno con armi, passamontagna e guanti. Gli investigatori stanno cercando di appurare se il commando stesse per commettere un delitto nell'ambito di una presunta guerra di mafia per il controllo del territorio o per tentare una rapina. Pispicia è fratello di Salvatore, boss di Porta Nuova condannato nel processo Gotha e cognato di Tommaso Lo Presti, uno degli scarcerati eccellenti del mandamento mafioso: alle spalle ha qualche piccolo precedente per spaccio di stupefacenti e ricettazione.
Nella lista degli epurati ci sono cognomi «pesanti» di noti boss di Cosa nostra. Il governatore Crocetta ha trasmesso l'elenco agli investigatori: il timore è che la Regione, in assenza di controlli mai avvenuti in passato, abbia dato soldi pubblici foraggiando forme di criminalità. A dare il via ai controlli sulle posizioni dei 2.900 ex Pip è stato proprio il governo Crocetta, anche alla luce della norma, approvata nell'ultima finanziaria, che stabilisce il tetto di 20 mila euro di reddito Isee per potere accedere ai sussidi. Fino all'anno scorso non era prevista alcuna soglia reddituale. I pm, coordinati dall'aggiunto Leonardo Agueci, stanno indagando per capire se nell'ammissione alle liste e nell'assegnazione delle somme vi siano state irregolarità. Insomma, si tenta di accertare se a fronte di situazioni anomale come quelle dei precari milionari o detenuti vi siano state falle o complicità nel sistema dei controlli regionali.
«Questa vicenda fa capire su cosa abbiamo messo le mani e sul lavoro che stiamo compiendo - afferma Crocetta - Tutto questo è stato tollerato per anni. Una situazione inaudita e spaventosa». Creato in seno al comune di Palermo per il quale agli inizi degli anni Duemila svolgevano servizi di pulizia e facchinaggio ma pagati comunque dalla Regione, i precari di 'Emergenza Palermò nel 2010 furono assunti con contratto di tre anni dalla Social Trinacria Onlus che stipulò una convenzione con la Regione, al governo c'era Raffaele Lombardo: dal sussidio dunque si passò allo stipendio, tutto a carico delle casse regionali, con una spesa di 36 milioni all'anno, lievitata a 56 milioni nel 2013 per la fine degli sgravi fiscali sulle assunzioni. Ma Crocetta, l'anno scorso, decise di recidere il rapporto con la Onlus per una serie di anomalie e irregolarità e i precari tornarono in «Emergenza Palermo», passando nuovamente al sussidio. Al momento sono stati espulsi 200 ex Pip: 88 per avere superato il reddito, 87 per varie anomalie e 25 perchè ritenuti non in possesso dei requisiti morali. Ne rimangono da controllare 900.
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