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Albo formatori, rischio caos In 7 mila chiedono l'inserimento La Regione: così crolla il sistema

PALERMO. “Sono almeno settemila i lavoratori esclusi dall’albo dei formatori perché assunti dopo il 31 dicembre 2008 o perché al lavoro con contratti co.co.co. Se entrassero nell’albo, il sistema crollerebbe”: l’allarme, lanciato la scorsa settimana in commissione Lavoro all’Ars dalla dirigente generale del dipartimento Formazione, Anna Rosa Corsello, è stato ripreso ieri dal Movimento Cinque Stelle. “In commissione – spiegano le parlamentari Gianina Ciancio e Valentina Zafarana – è emerso un sistema nel caos, con migliaia di assunzioni dopo il blocco del 2008, assenza di controlli e rendicontazioni parziali da parte degli enti”. Spesso, infatti, gli enti hanno preferito rinunciare all’ultima tranche di finanziamento per evitare il controllo della Regione attraverso la rendicontazione della spesa. E adesso, secondo i deputati grillini, gli enti rischiano di dover restituire tutte le somme ricevute con gravi ripercussioni sui lavoratori.
In commissione il problema era stato sollevato da alcuni formatori esclusi dall'albo, che sostenevano di aver ricevuto ragione dalla giustizia amministrativa. Ma la Corsello ha replicato chiarendo che “in ordine alle recenti sentenze del  Consiglio di giustizia amministrativa, queste evidenziano la natura cautelare e non  di  merito e con le quali è stata stigmatizzata l'attribuzione di un basso punteggio in ordine al requisito dell'iscrizione all'albo,  data la sua particolare rilevanza, iscrizione che è stata configurata, per i motivi esposti, come requisito di accesso, più che come titolo”. In sostanza il Cga non avrebbe detto che è illegittimo escludere i lavoratori non iscritti all’albo, per cui il requisito resta indispensabile per fare parte oggi della formazione siciliana. Dal canto suo, l’assessore Ester Bonafede ha spiegato di non voler “operare nessuna  sperequazione e di valutare attentamente  le  competenze maturate”. E la dirigente Corsello ha  invitato i lavoratori a rivolgersi all’autorità giudiziaria per denunciare  “i contratti di collaborazione coordinata e continuativa anteriori  al 2008, rinnovati annualmente, che mascheravano l'esistenza di un  vero e proprio rapporto a tempo indeterminato”.
Sul Giornale di Sicilia di domani un approfondimento.

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