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Nazionale, Prandelli avvisa Balotelli: "Nessuno ha il posto fisso"

Per il ct solo Buffon sarà certamente titolare. "Cassano? Le porte non sono chiuse, ma neanche troppo aperte"

ROMA. Da qui alla fine del campionato, quando diverranno ufficiali le convocazioni per il Mondiale in Brasile, solo Gianluigi Buffon avrà il posto da titolare assicurato. «Tutti gli altri sono sotto osservazione, Balotelli compreso». Parola di Cesare Prandelli che, in un'intervista a Raisport1 lancia un messaggio chiaro all'attaccante del Milan, dopo la brutta prova in casa dell'Atletico Madrid. Il commissario tecnico parla anche di Antonio Cassano, che invece così bene sta facendo a Parma. Per lui le porte della Nazionale non sono mai «state chiuse, ma neanche troppo aperte». Nazionale che Prandelli vorrebbe trattata alla stregua di «un club importante». E, in attesa dell'incontro con la Figc per discutere del prolungamento del contratto, chiede al presidente Abete maggiore tutela. «La federazione - spiega il ct - deve diventare un club forte, importante. Quando c'è la nazionale tutti si sentono in diritto di dire qualsiasi cosa. In un club non è così, la nazionale va rispettata». Quanto alla polemica con il tecnico della Juventus Conte per la convocazione di Chiellini, «se uno critica per due giorni un club al terzo c'è qualcuno che mette qualche paletto. In nazionale non è così. Noi siamo aperti, democratici: ognuno può dire quello che vuole. Giustamente sì,ma non bisogna esagerare». A tre mesi dal via del Mondiale, Prandelli avverte che dei 23 'azzurrabilì solo Buffon ha già la maglia sulle spalle: «per tutto il resto devo valutare la condizione fisica e lo stato mentale». «Non c'è preoccupazione ma l'esigenza di stimolare ancora di più questi giocatori. Sappiamo - aggiunge - che Antonio è un grande talento che fa giocare bene le squadre, ma sappiamo anche che è un giocatore che devi mettere in un contesto organizzato, non dare solo a lui la responsabilità. Discorso che riguarda anche Balotelli, che deve rimanere in un contesto di squadra, in un'idea di gioco. E poi loro possono farti fare il salto di qualità». Andrea Agnelli ha auspicato una serie A con 18 club e squadre B, sul modello del calcio spagnolo. Una proposta che piace a Prandelli: «È la strada giusta: se loro sono convinti, noi lo siamo da tempo. Devono essere loro a decidere. Ma al nostro calcio servono idee,altrimenti diventa un prodotto invendibile». Saranno questi gli argomenti sul tavolo del rinnovo, in particolare il «progetto condiviso». «Da parte mia, e da parte della federazione, le idee ed i progetti di Cesare Prandelli sono sempre stati condivisi - fa notare Demetrio Albertini, vicepresidente Figc e presidente del club Italia - Quanto al rapporto con i club, alla vigilia della partita di Madrid in diretta tv ho difeso fortemente la posizione del nostro ct nella querelle con Conte».

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