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San Cataldo, terreno trasformato in discarica: denunciato il proprietario

SAN CATALDO. Vivevano in cinque in un'abitazione letteralmente sommersa, dentro e fuori, da rifiuti di ogni genere. Una vera e propria discarica creata abusivamente nel corso degli anni quella scoperta e smantellata ieri durante un'operazione disposta dalla sezione "Ambiente" della Procura con il supporto dei Carabinieri della Tenenza di San Cataldo, guidata da Carmelo Zimarmani.

Una situazione allucinante quella che si è presentata agli occhi dei militari intervenuti in via Beppe Montana dove era stata segnalata la presenza di un sito ricolmo di qualsiasi tipo di elettrodomestico, rottami di vetture e di ciclomotori, impalcature metalliche dismesse, vasche di amianto, vecchi arredi e recipienti di ogni genere, tutti posti sotto sequestro perché costituenti corpo di reato.

Il proprietario dell'area di duemila metri quadri e del casolare che sorge al suo interno, V.S., disoccupato di 55 anni, dopo la perquisizione da parte degli uomini dell'Arma, è stato denunciato a piede libero perché ritenuto colpevole di "attività organizzate per il trasporto illecito di rifiuti". In quel casolare, dove ormai non passava neanche un filo d'aria vista la montagna di rifiuti che lo circondava, abitavano oltre il proprietario anche la moglie e i tre figli che, ieri mattina stesso, sono stati affidati ai servizi sociali visto che le condizioni igienico-ambientali dell'area non erano assolutamente consone alla permanenza dei tre minori, costretti da tempo a vivere in quell'ambiente di certo non salubre.

I carabinieri hanno inoltre posto sotto sequestro l'intera area, sia il terreno che il casolare stesso, dove non era possibile ormai quasi muoversi. Per smantellare quell'immensa montagna accumulata negli anni sono dovuti intervenire anche i vigili del fuoco che hanno impiegato diverse ore per mettere in sicurezza l'area e renderla quanto meno transitabile. L'uomo, probabilmente un rigattiere, aveva accumulato quella che forse lui riteneva un'immensa fortuna ma che in realtà, nelle dimensioni di cui si parla, costituisce un reato. E' ipotizzabile che l'uomo sarebbe stato, negli anni, contattato da persone che aggiravano la normativa, ormai obbligatoria, per lo smaltimento dei rifiuti speciali, affidando i rottami allo stesso che poi la depositava nello spiazzo antistante il casolare. Ma queste appunto sono solo ipotesi. A ogni modo, come accertato dagli uomini dell'Arma, V.S. non possedeva nessuna autorizzazione per svolgere l'attività di raccolta del ferro. Questo era ciò che accadeva a pochissimi chilometri dal centro cittadino, per fortuna però la situazione non è sfuggita alla sezione "Ambiente" della Procura, costituita oltre due anni fa. Un nucleo interforze, formato da poliziotti, carabinieri e tre agenti della polizia municipale, appositamente distaccati in procura per svolgere attività di repressione nei confronti di coloro che si macchiano di reati ambientali. Non è la prima operazione di questo tipo. Nella scorsa estate la sezione aveva bloccato e arrestato tre persone, tra cui due nisseni, che trasportavano carne macellata clandestinamente e senza ottemperare alle norme igienico-sanitarie previste dalla legge. E ancora, in precedenza, la stessa aveva localizzato e sequestrato altre due aree (alcune con materiale fortemente inquinante) nell'interland nisseno.

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