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Debiti con le aziende, un miliardo fermo all’Ars

Fondi statali da restituire in 30 anni, ma manca una norma per usarli. Ora come sanzione si rischia il blocco delle assunzioni. Bianchi: provvedimento pronto e presto in aula. Confindustria: così moriamo di crediti

PALERMO. Ha ricevuto oltre 953 milioni di euro per pagare i debiti maturati nei confronti delle imprese, ma non ha speso neppure un centesimo: la Sicilia è infatti tra le ultime cinque regioni italiane per l’utilizzo di queste risorse. Si tratta di una somma che lo Stato ha concesso in prestito a Palazzo d’Orleans e che dovrà essere restituita a Roma in trent’anni.
A bloccare la spesa, però, è la mancanza di una norma che preveda la copertura degli interessi sul prestito: ammontano a circa 55 milioni e il governo regionale aveva indicato anche da dove attingere questi soldi, cioè dalle addizionali Irpef e Irap, che avrebbero dovuto mantenere le aliquote definite in passato e utilizzate per coprire il deficit sanitario. Il piano aveva anche ricevuto nello scorso mese di settembre l’ok del ministero dell’Economia. La norma che era stata prevista in Finanziaria, però, è stata bocciata dall’Ars. E adesso la Regione potrebbe subire da Roma sanzioni per non avere utilizzato i fondi messi a disposizione dallo Stato per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Sanzioni che potrebbero non essere necessariamente finanziarie. Tra le ipotesi che saranno discusse oggi durante il Consiglio dei ministri c’è infatti anche il blocco delle assunzioni. Ma in realtà i provvedimenti sanzionatori potrebbero rispecchiare quelli che saranno indicati dalla Commissione europea per i ritardi in questo settore. «Avevamo indicato questa norma come una priorità già a luglio - spiega l’assessore all'Economia, Luca Bianchi - e nei mesi successivi era stata esaminata dalla commissione Bilancio dell’Ars. Ma la mancanza di un accordo in aula e le decisioni delle opposizioni ne hanno impedito l’approvazione. Già a fine gennaio abbiamo comunque presentato di nuovo la norma in commissione Bilancio e aspettiamo che adesso venga calendarizzata per il dibattito in aula, prima delle variazioni di bilancio».
Confindustria ha più volte condannato proprio la mancanza di un accordo tra i deputati: «Bastava solo una norma di recepimento della legge nazionale da parte dell’Ars - spiega il presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese - prima di fare una legge migliorativa. Sono numerose le aziende in sofferenza da oltre un anno per i crediti che vantano nei confronti della pubblica amministrazione. Quando la fattura non è pagata - rimarca - l’impresa spesso non può pagare né contributi né tasse e di conseguenza non può neppure partecipare ad altre gare. Così resta fuori dal mercato. Il risultato è che le aziende invece di morire di debiti muoiono di crediti».
Al momento, secondo i dati del ministero dell’Economia, sono cinque le Regioni che ancora non hanno utilizzato tutti i soldi a disposizione, per un totale di 2,26 miliardi. E si tratta, oltre alla Sicilia, di Sardegna, Calabria, Molise e Campania. Come la Sicilia anche la Sardegna, alla quale era stato assegnato un finanziamento di 159 milioni, non ha utilizzato un solo euro. Intanto, il Consiglio dei ministri, che si riunirà oggi, dovrebbe definire il provvedimento di potenziamento del pagamento dei debiti. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha affermato che il governo «sta lavorando ad uno strumento legislativo che colleghi il completamento del processo di pagamento dei debiti della pubblica amministrazione al riassetto permanente del sistema, per evitare che l’accumulo si ripresenti». Novità normative dunque e non solo finanziarie. Tra queste il testo potrebbe prevedere la nascita di una piattaforma che consenta di sapere con certezza quando gli enti pubblici pagano i loro debiti.

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