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Commercio estero, vendite ferme in Italia: crollo nel Sud e nelle Isole

ROMA. Nel 2013 le esportazioni italiane sono rimaste sostanzialmente ferme rispetto all'anno precedente (-0,1%). Un risultato che è frutto ''di dinamiche territoriali divergenti''. A rilevarlo è l'Istat, che spiega come l'export abbia segnato un rialzo sia nel Nord Est (+2,4%) che nel Nord Ovest (+0,6%). Invece è andata male per i flussi commerciali in uscita dalle Isole, in crollo (-15,0%), e al Sud (-4,1%). Sempre in calo, anche se più lieve, le esportazioni del Centro Italia (-0,7%).
Eppure negli ultimi tre mesi dell'anno, rispetto al terzo trimestre, le vendite di beni sui mercati esteri sono scese in Italia nord-occidentale (-1,0%), nord-orientale e centrale (-0,6% per entrambe), mentre le regioni meridionali e insulari hanno segnato ''una rilevante espansione'' (+4,1%), evidenzia sempre l'Istat. Ma, guardando a tutto il 2013, il rialzo messo a segno all'ultimo non è bastato per risollevare il bilancio in perdita del Mezzogiorno. D'altra parte il Sud risente ''della forte instabilità della componente energetica'', sottolinea l'Istituto di statistica.
Nel dettaglio, analizzando le singole regioni, nel 2013 quelle che hanno provocato la frenata dell'export nazionale sono Sicilia (-14,8%), Toscana (-3,6%), Sardegna (-15,5%), Puglia (-10,4%) e Liguria (-6,2%). Tra quelle che hanno dato invece un contributo positivo si segnalano Piemonte (+3,8%), Veneto (+2,8%), Emilia-Romagna (+2,6%) e Marche (+12,3%).

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