ROMA. La Cgil passa al contrattacco. Se il governo non darà le risposte necessarie per affrontare l'emergenza occupazione e far fronte alle esigenze dei lavoratori, il sindacato è pronto alla mobilitazione e non esclude anche il ricorso all'arma dello sciopero. Stavolta non è solo il segretario, Susanna Camusso, ad entrare in rotta di collisione con Matteo Renzi, ma è il direttivo di Corso d'Italia a sfidare l'esecutivo, con un messaggio inequivocabile, proprio quando il leader della Fiom, Maurizio Landini, in una lettera a Repubblica fa le sue proposte al premier, chiedendo un maggior coinvolgimento dei lavoratori nelle politiche di crescita.
Concludendo la sua valutazione delle politiche economiche annunciate finora dal governo, la Cgil ha dettato la sua agenda e ha delineato la sua strategia: al centro dell'attenzione dei prossimi provvedimenti dovrà esserci il mondo del lavoro o il sindacato farà sentire con forza la propria voce. Le priorità riguardano fisco e lavoro. L'emergenza assoluta è quella di creare occupazione, ma anche di destinare le risorse annunciate (i 10 miliardi che dovrebbero essere concentrati sul taglio del cuneo fiscale) ai lavoratori. Le imprese in questi anni hanno già avuto, e hanno avuto tanto, hanno evidenziato i rappresentanti sindacali. Per questo i benefici dovranno ora riguardare lavoratori e pensionati. Essenziale sarà poi la riforma degli ammortizzatori sociali, cassa integrazione ordinaria e straordinaria e assegno di disoccupazione, tutti strumenti che la Cgil vuole rendere universali.
Su questi punti dunque il sindacato misurerà l'azione del governo, probabilmente già a partire da mercoledì, giorno dell'atteso consiglio dei ministri in cui Renzi ha promesso le prime misure concrete sul jobs act, sul piano casa, sull'edilizia scolastica e probabilmente anche sul cuneo fiscale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia