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Stipendi agli “esterni” dei gruppo Ars, 800 mila euro da recuperare

Il Collegio dei questori ha ipotizzato di ridurre a 200mila euro le spese per i servizi e il funzionamento dei gruppi. La seconda ipotesi è attingere ai fondi di riserva

PALERMO. Per pagare gli stipendi del personale esterno dei gruppi parlamentari, i cosiddetti 'contratti in essere', il Collegio dei questori, riunitosi assieme ai dirigenti della ragioneria dell'Ars, ha ipotizzato di recuperare 800 mila euro dal capitolo sulle spese per i servizi e il funzionamento dei gruppi, che da un milione di euro verrebbe così ridotto a 200 mila euro. Ma ci sarebbe anche una seconda ipotesi: recuperare gli 800 mila euro dai fondi di riserva, pari a 1,3 milioni di euro. La questione sarà affontata dal prossimo Consiglio di presidenza, anche perchè tra i questori non ci sarebbe unanimità sulla soluzione da seguire.    
Il problema degli 'esteri' è sorto con l'approvazione della legge sulla spending review, in vigore dal primo gennaio di quest'anno, e della 'finestra' concessa dalla norma che ha permesso di 'salvare' i contratti in essere. Sebbene il Consiglio di presidenza avesse deliberato, a fine febbraio 2013, che i gruppi avrebbero dovuto uniformarsi alle rendicontazioni previste dal decreto Monti, i gruppi parlamentari (tranne Pd e Pid-Fi) hanno assunto alcuni collaboratori con le risorse del contributo unificato, che pero', a partire dal primo gennaio, non puo' essere utilizzato per assumere personale, come predeve la legge sulla spending review, che ha fatto proprio il decreto Monti, che tra l'altro ha ridotto i fondi: da 2.400 a 600 euro per ogni deputato.

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