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Il Papa apre ai divorziati

ROMA. «Accompagnare, non  condannare», quanti sperimentano il «fallimento» del proprio  matrimonio. Lo chiede il Papa, osservando che «Quando questo  lasciare il padre e la madre e unirsi a una donna, farsi una  sola carne e andare avanti e questo amore fallisce, perchè tante  volte fallisce, dobbiamo sentire il dolore del fallimento,  accompagnare quelle persone che hanno avuto questo fallimento  nel proprio amore»,  «Non condannare! Camminare con loro! E non  fare casistica con la loro situazione».     


Nella messa a Santa Marta, - partendo dal Vangelo del giorno  sull'atteggiamento dei dottori della legge che tendono  «trappole» a Gesù, - il Pontefice ha riconfermato la sua  prospettiva pastorale di misericordia, rispetto al lacerante  problema dei divorziati risposati. Problema su cui ha discusso  la settimana scorsa il concistoro straordinario dei cardinali,  nel quale sono emerse due linee, l'una più pastorale, sostenuta  dal cardinale Walter Kasper nella relazione introduttiva al  concistoro, l'altra più dottrinaria, espressa dal prefetto della  Congregazione per la dottrina della fede, il neocardinale  Gerhard Mueller. Da parte sua il Papa ha usato la stessa parola  «casistica» criticata stamane a Santa Marta, anche nel discorso  introduttivo al concistoro.    


I farisei, ha osservato ancora questa mattina il Pontefice,  si presentano da Gesù con il problema del divorzio. Il loro  stile, ha rilevato, è sempre lo stesso: «la casistica», «È  lecito questo o no? Sempre il piccolo caso. E questa è la  trappola: dietro la casistica, dietro il pensiero casistico,  sempre c'è una trappola. Sempre! Contro la gente, contro di noi  e contro Dio, sempre! 'Ma è lecito fare questo? Ripudiare la  propria moglie?'.


E Gesù rispose, domandando loro cosa dicesse  la legge e spiegando perchè Mose ha fatto quella legge così. Ma  non si ferma lì: dalla casistica va al centro del problema e qui  va proprio ai giorni della Creazione. È tanto bello quel  riferimento del Signore: 'Dall'inizio della Creazione, Dio li  fece maschio e femmina, per questo l'uomo lascerà suo padre e  sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne  sola. Così non sono più due, ma una sola carnè. Quando uno  pensa a questo, dunque, vede quanto bello è l'amore, quanto  bello è il matrimonio, quanto bella è la famiglia, quanto bello  è questo cammino e quanto amore anche noi, quanta vicinanza  dobbiamo avere per i fratelli e le sorelle che nella vita hanno  avuto la disgrazia di un fallimento nell'amore. Anche di fronte  ai cardinali riuniti la scorsa settimana, papa Bergoglio aveva  parlato con passione di quanto sia bello essere famiglia. Non  limitiamoci a una casistica delle situazioni, - aveva detto -  cerchiamo di approfondire la teologia e produrre una »pastorale  coraggiosa, intelligente e fatta con amore.     


La situazione dei divorziati risposati sarà all'attenzione  dei prossimi due sinodi voluti dal Papa sulla famiglia - nel  2014 e nel 2015. Quindi il cammino ecclesiale è ancora lungo e,  novità di grande rilievo, sarà accompagnato anche dalla voce  »dal basso« delle risposte di comunità e singoli al questionario  sui temi caldi: il magistero ecclesiale questa volta prima di  esprimersi si è messo in ascolto delle persone e delle famiglie.  Anche il Papa resta in ascolto, senza rinunciare a indicare la  propria prospettiva, che è  senza dubbio inclusiva,  misericordiosa, non ispirata dalla casistica di una morale  precettistica, rispettosa della coscienza e dell'esperienza  delle persone. Da questo terreno emergerà, se e quando emergerà,  una soluzione pastorale per i divorziati risposati. 

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