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Giannini: “Insegnanti malpagati, contratto da rivedere”

ROMA. «Sarebbe un bel passo equiparare gli stipendi degli insegnanti italiani a quelli medi europei. La sfida vera è pensare e praticare contratti che considerino gli insegnanti una figura fondamentale nella società e non solo nella scuola». Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, spezza una lancia a favore dei prof.    
«Serve - ha dichiarato oggi - la revisione di un contratto mortificante, non solo perchè è pagato poco, ma anche perchè non ha meccanismi premiali, che valorizzino quella larga fascia di docenti che si impegnano e si aggiornano». E per il ministro le parole chiave per individuare meccanismi premiali sono più autonomia e più valutazione: «si dia autonomia e responsabilità agli istituiti e si premi chi fa un lavoro straordinario, rimasto in ombra. Gli studenti - ne è convinta Giannini - sanno chi hanno davanti e distinguono rapidamente i docenti che lavorano con professionalità e chi lo fa in maniera più stanca».   
Parole che non hanno lasciato indifferenti i sindacati i quali, tuttavia, premono perchè, intanto, si faccia di tutto per mettere la parola fine a questioni come quella degli scatti di anzianità del personale della scuola (il provvedimento che se ne occupa è all'esame del Parlamento). «Bisogna fare in fretta e chiudere la partita entro il 24 marzo, quando scadrà il testo del decreto legge» dice a questo proposito la Gilda augurandosi che l'intenzione espressa dal neo ministro Giannini di abolire gli scatti di anzianità non condizioni l'iter legislativo.   
 «Quello che chiediamo al ministro è - spiega il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima - che questa attenzione posta alla scuola si concretizzi in atti di politica scolastica coerenti. E, soprattutto, quando si affrontano temi delicati come la valutazione e la valorizzazione della professionalità, crediamo sia opportuno aprire un confronto con i sindacati. Vogliamo sapere quale è l'idea di scuola di questo Governo».     
 «Per fare un buon contratto, con stipendi 'europeì c'è bisogno di soldi». Se Il Governo prende la decisione di rinnovare il contratto, fa un investimento finanziario, siamo pronti - assicura il segretario generale della Uil scuola Massimo Di Menna - a discutere di tutto. Possiamo parlare di come riconoscere il lavoro, la passione, i risultati degli insegnanti in una modalità che non sia soltanto automatica. Sia chiaro però - aggiunge - che il riconoscimento professionale, la valorizzazione, vanno riferiti ai professori che stanno in classe, non vorrei che si intendesse retribuire di più il lavoro extradidattica«.   

Mimmo Pantaleo, leader della Flc-Cgil, pur apprezzando il fatto che il ministro abbia parlato della necessità di rivedere il contratto del settore, ha qualche perplessità. »Non mi convince - spiega - la riproposizione di un'idea di premialità che così come è formulata sembra un passo indietro. Una cosa è stabilire un collegamento tra professionalità, obiettivi qualitativi prevedendo risorse aggiuntive che incentivano i docenti, la loro dedizione alla ricerca didattica, alla formazione. Altra cosa è una valutazione individuale, modalità, questa, assolutamente improponibile«.  E Mascolo dell'Ugl suggerisce al ministro di monitorare l'operato dei dirigenti scolastici introducendo anche per loro un diverso ma soprattutto reale sistema meritocratico, »perchè le riforme di un sistema gerarchico come quello della scuola devono essere fatte partendo dai vertici«. Ma la vexata quaestio dei prof malpagati è solo una delle voci nell'agenda del ministro. I temi su cui lavorare non mancano, dal bonus maturità (»un capitolo da ripensare«) alla storia dell'arte (»non può essere cancellata dai programmi«, dalla riduzione della durata delle Superiori (»un approfondimento è doveroso«) alla scuola paritaria (»statale e non statale devono avere uguali diritti«).

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