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Ddl Province, il Governo ancora sotto Accordo ad un passo fra Crocetta e il centrodestra

PALERMO. L’Ars ha ripreso l’esame della riforma delle Province. E ancora una volta il Parlamento è piombato nelle sabbie mobili dell’ostruzionismo. Approvati la settimana scorsa gli articoli che creano i liberi consorzi di Comuni in sostituzione delle Province, oggi si dovrebbero votare le norme che istituiscono gli organi di governo di questi nuovi enti e le modalità di elezione (diretta o attraverso la scelta dei consiglieri comunali). Ma si va avanti in clima di scontro fra maggioranza e opposizione. Il centrodestra, con Santi Formica (Lista Musumeci), in avvio di seduta ha chiesto prima la sospensiva e poi il rinvio della legge in commissione. Sarebbe stata la fine della riforma ma, almeno in questa occasione, il governo ha ottenuto i voti per andare avanti. Al momento però non è stato approvato alcun nuovo articolo.


ELEZIONE DEL PRESIDENTE DEI LIBERI CONSORZI, ACCORDO VICINO - Crocetta lo ha proposto prima al Pd e poi al centrodestra, sia quello di ispirazione alfaniana che quello berlusconiano. Matura un accordo all’Ars sulla riforma delle Province. Un’intesa che potrebbe avvenire sul metodo di  elezione del presidente dei liberi consorzi di Comuni che sostituiranno le  Province. Il testo all’esame dell’Ars prevede che il presidente venga eletto da tutti i  consiglieri comunali dei paesi che si consorziano. La proposta di mediazione   prevede che ogni consorzio, nel proprio statuto, decida se ricorrere all’  elezione diretta da parte del popolo o sull’elezione da parte dei consiglieri  comunali. Su questa proposta, che accoglie in larga parte le proposte dell’opposizione, l’aula si è presa una pausa. Se l’accordo verrà siglato,  l’opposizione ritirerà gli emendamenti che per ora bloccano la riforma. Sull'accordo però ci sono le perplessità del capogruppo Pd Baldo Gucciardi.


APPROVATO L'ARTICOLO SULL'ISTITUZIONE DEI LIBERI CONSORZI - È stato approvato l'articolo 3 del ddl  sull'istituzione dei liberi consorzi comunali. Dopo una lunga bagarre in Aula all'Ars l'articolo 3  sugli «Organi dei liberi consorzi comunali» è passato con voto  segreto: 72 presenti, 50 favorevoli e 22 contrari.  Nell'articolo si stabilisce che i liberi consorzi comunali hanno  come organi: l'assemblea, il presidente, la giunta. Gli organi del  libero consorzio sono eletti con sistema indiretto di secondo  grado e resteranno in carica per 5 anni. Il presidente del libero  consorzio, i componenti  dell'Assemblea e della giunta del libero  consorzio esercitano le rispettive funzioni a tutolo gratuito. Le  spese relative alle trasferte dei sindaci, come componenti dei  liberi consorzi, sono a carico dei comuni di appartenenza.

Intanto il Governo è andato sotto, con il voto segreto, sulla norma che crea le assemblee dei consorzi di Comuni: organi paragonabili ai vecchi consigli provinciali. In paratica il voto del Parlamento esclude che di questa Asemblea possano  far parte i consiglieri comunali dei paesi consorziati.

Intanto si pensa un accordo sulle città metropolitane fra la maggioranza e il Nuovo centrodestra disponibile a votare l'articolo 7 del disegno di legge sulle Province rinviando la definizione delle funzioni a una successiva legge. E' saltata, invece, al momento l'ipotesi
di introdurre negli statuti dei Liberi consorzi l'elezione diretta dei presidenti, proposta caldeggiata dal Ncd ma che ha trovato la contrarietà di una parte del Pd, in testa il capogruppo Baldo Gucciardi, dai 5stelle ma anche da pezzi della minoranza.
Era stato il capogruppo del Pdl-Ncd, Nino D'Asero, a mettere sul tavolo la doppia proposta di mediazione durante i lavori parlamentari, in realtà già discussa nel corso di colloqui tra Crocetta, il segretario regionale del Ncd Giuseppe Castiglione e il segretario siciliano del Pd, Fausto Raciti. In aula, il presidente della commissione Affari istituzionali Antonello
Cracolici (Pd) aveva 'formalizzato' la mediazione, da qui la sospensione dei lavori disposta dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone. Durante la pausa è stata convocata una
riunione informale per capire se la mediazione sarebbe stata sostenuta in aula: ma all'incontro l'opposizione non s'è presentata, mentre i 5stelle, presenti, hanno chiarito che non avrebbero approvato la norma sul voto diretto dei presidenti da introdurre negli statuti dei Liberi consorzi. Crocetta, Ardizzone e i capigruppi della maggioranza a quel punto hanno preso atto della situazione, mediazione dunque fallita. Subito dopo l'aula ha approvato l'art.3 della riforma che stabilisce che i Liberi consorzi sono organismi di secondo livello. Rimane invece l'accordo tra maggioranza e Ncd sulle città metropolitane.


APPROVATO L'ARTICOLO 4, RINVIO A GIOVEDI' - Subito dopo l'approvazione  dell'articolo 4 come esistato dalla commissione Affari  istituzionali (l'emendamento di riscrittura del governo è stato  bocciato con voto segreto), il presidente dell'Ars, Giovanni  Ardizzone, ha rinviato la seduta a giovedì prossimo alle 16,  accogliendo la richiesta di alcuni deputati, nonostante gli  uffici e lo stesso presidente avessero manifestato la  disponibilità a proseguire l'esame del ddl sulle Province. 

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