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Confermati in Cassazione due ergastoli per l'omicidio del piccolo Di Matteo

ROMA. Confermate dalla Cassazione le condanne all'ergastolo per il boss Giuseppe Graviano e per Salvatore Benigno per l'uccisione i il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito il 23 novembre 1993, strangolato e sciolto nell'acido l'11 gennaio 1996. Lo ha deciso la Seconda sezione penale della Suprema corte. I supremi giudici - presieduti da  Antonio Esposito - hanno rigettato il ricorso presentato da  Graviano e da Benigno contro il carcere a vita inflittogli il 18  marzo 2013 dalla Corte d'assise d'appello di Palermo.


Gli  ergastoli erano stati comminati anche in primo grado dalla Corte  d'assise di Palermo il 16 gennaio 2012. Per il sequestro e  l'atroce omicidio del figlio del pentito Santino Di Matteo, sono  stati condannati in appello anche Luigi Giacalone, Francesco  Giuliano e il boss latitante trapanese Matteo Messina Denaro. Ma  solo Graviano e Benigno hanno fatto ricorso alla Suprema corte.  A lanciare le accuse contro i suoi complici era stato il  collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, condannato a 12  anni con l'applicazione dell'attenuante speciale per i pentiti.  Il piccolo Di Matteo fu sequestrato il 23 novembre 1993 da un  commando di mafiosi travestiti da poliziotti che su ordine di  Graviano catturarono il bambino mentre si allenava in un  maneggio ad Altofonte. Il bambino fu ucciso dopo 779 giorni di  prigionia. La Cassazione ha condannato Graviano e Benigno al  risarcimento di circa novemila euro in favore dei familiari  della vittima, la madre Francesca Castellese e Nicola Di Matteo  costituitisi parte civile. 

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