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Formazione, caccia a centinaia di enti che nascondono i bilanci

Mancano i rendiconti di corsi vecchi anche di oltre 10 anni: c’è chi preferisce non presentarli, rinunciando a parte dei soldi, piuttosto che fare chiarezza

PALERMO. C’è un centinaio di enti che non ha mai presentato il rendiconto finale dei corsi di formazione svolti grazie ai fondi pubblici. Di sicuro, ci sono strutture che sono in ritardo di parecchi anni: al punto che l’assessorato guidato da Nelli Scilabra ha dato un termine di 20 giorni per presentare i bilanci degli anni che vanno dal 2003 al 2011. Ma, spiegano alla Regione, ci sono enti per cui bisognerebbe andare ancora più indietro, almeno fino al 1999.

Scoppia un altro caso nel sistema della formazione professionale, perchè dietro il ritardo o la mancata presentazione dei rendiconti l’assessorato teme ci sia un problema molto diverso da quello legato ai tempi. «Quando un ente non presenta il rendiconto finale - spiega Anna Rosa Corsello, dirigente generale della Formazione - perde il 20% del finanziamento e si espone anche a sanzioni che, seppure in passato quasi mai applicate sono severissime e possono arrivare all’espulsione dal sistema». In pratica, ogni anno gli enti che svolgono i corsi finanziati dalla Regione ricevono in vasi step l’80% del budget promesso. Il restante 20% viene erogato dopo la presentazione del rendiconto - in cui sono evidenziati tutti i dati che riguardano il corso - e la relativa approvazione da parte dell’assessorato.

Secondo la Corsello «quasi tutti gli enti hanno ritardi nella rendicontazione, magari non per tutti i corsi e non per tutti gli anni ma il fenomeno è davvero molto diffuso direi che riguarda generalmente oltre un centinaio di enti». Ma perchè questi enti dovrebbero deliberatamente rinunciare a quote di finanziamento che intascherebbero con la semplice spedizione dei dati che riguardano i corsi? La Corsello fa più di una ipotesi: «Quando riceviamo i rendiconti, se non sono in regola, siamo costretti non solo a bloccare l’ultimo 20% ma a recuperare le somme relative ai corsi non in regola». Operazione recentemente resa più facile dalla strategia messa in atto: la Regione infatti non chiede agli enti la restituzione delle somme ma le trattiene dai finanziamenti successivi.

Ma c’è un altro motivo che potrebbe convincere gli enti a restare nell’ombra e rinunciare al 20% dei finanziamenti. La Corsello la lascia intendere senza andare oltre: potrebbe esserci la consapevolezza che qualcosa nel corso non è andato per il verso giusto e allora è meglio non concludere la procedura. «In ogni caso - aggiunge la dirigente - la sanzione è l’espulsione dal sistema della formazione se i rendiconti non ci vengono forniti. Abbiamo già applicato questa sanzione nei mesi scorsi al Cesifop e siamo pronti a farlo di nuovo». La circolare firmata dalla Corsello venerdì assegna a tutti gli enti che non hanno presentato i rendiconti un termine di 20 giorni per mettersi in regola. Scaduto questo termine, scatteranno le sanzioni a cominciare dal ritiro dell’accreditamento che equivale alla chiusura dell’ente.

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