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Riforma delle Province, trovata l'intesa nella maggioranza

PALERMO. Raggiunta nella notte una prima intesa sulla riforma delle Province, che l'Ars  inizierà a discutere oggi pomeriggio. I partiti della maggioranza hanno  deciso di rendere più facile la costituzione di consorzi di Comuni, che  sostituiranno le soppresse Province. In pratica, mentre all'inizio i consorzi  saranno coincidenti con il perimetro delle vecchie Province, in seguito entro  sei mesi più Comuni potranno staccarsi per rendersi autonomi. E' una delle  richieste che aveva avanzato il presidente Rosario Crocetta alla vigilia del  vertice, a cui però non ha partecipato perché bloccato dall'influenza. La  riforma andrà approvata entro venerdì e poi scatteranno sei mesi perché vada a  regime. Nell'attesa è prevista la proroga degli attuali commissari. Al vertice  che si è svolto a Roma hanno partecipato Davide Faraone, Gianpiero D'Alia e i  leader di Pd, Udc, Drs, Megafono e Articolo 4.


Il maxiemendamento del governo incide sulla formazione dei Liberi consorzi dando maggiore peso ai comuni, mentre quello dei capigruppo riguarda gli aspetti elettivi, fermo restando l'elezione di secondo livello. Si parte dai nove Liberi Consorzi, corrispondenti alle attuali nove Province, come previsto dal testo della commissione. I comuni avranno la possibilità di aggregarsi con altri enti locali (sul modello delle Unioni tra comuni) per formare nuovi Liberi consorzi, in questo caso però dovranno rispettare alcuni paletti: intanto dovranno esprimersi i consigli comunali, con una maggioranza qualificata di due/terzi; inoltre, elemento fondamentale, dovranno consorziare almeno una popolazione di 150 mila abitanti, dunque stilare una sorta di «piano industriale» per dimostrare una riduzione di spesa pubblica accorpando uffici e funzioni, non c'è un tetto stabilito ma l'indicazione è che l'abbattimento sia intorno al 30%; sarà poi la Regione, entro sei mesi, a valutare il «piano industriale» e ad autorizzare o meno la costituzione del Libero Consorzio, che in base a questo schema avrà ovviamente omogeneità geografica. Prevista anche una premialità, che si dovrebbe tradurre in termini di maggiori trasferimenti da parte della Regione sulle spese per investimenti. Per le città metropolitane di Palermo, Messina e Catania rimane la possibilità per i comuni di aderirvi o meno. Per quanto riguarda l'aspetto elettivo, la maggioranza conferma l'elezione di secondo livello, ma introduce, come richiesto dall'Udc, il voto ponderato per la composizione delle assemblee: in sostanza in base alla popolazione sarà stabilito quanti consiglieri potrà esprimere il singolo comune nell'assemblea del Libero consorzio e successivamente si procederà all'indicazione dei componenti dell'organismo, tutelando le minoranze. Presidente e giunta del Libero consorzio saranno poi eletti, tra i sindaci, dall'assemblea.

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