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Forestali, Eas e consorzi di bonifica La lunga attesa di 30 mila lavoratori

Stipendi fermi in attesa della nuova manovra e intanto si aggrava la situazione degli enti in orbita regionale. Ast: pronti a portare i bus in piazza

PALERMO. Al Coppem, ente che promuove la cooperazione, otto dipendenti sono in cassa integrazione a zero ore per consentire ad altri cinque colleghi, con esperienze specifiche, di portare avanti un progetto da un milione di euro che altrimenti sarebbero stati restituiti a Bruxelles. Dalla Regione non è ancora arrivato un centesimo dopo lo stop del commissario dello Stato a gran parte de Finanziaria,per cui i 500 milioni di euro destinati a pagare in gran parte stipendi di oltre 30 mila lavoratori sono ancora congelati. Il presidente della Regione Rosario Crocetta e l’assessore all’Economia Luca Bianchi sono al lavoro per preparare la nuova manovra. E il Coppem è forse il primo ente che a causa del ritardo del finanziamento, pari a poco meno di un milione, sta accusando ricadute sui livelli occupazionali. Ma i disagi si diffondono a macchia d’olio e migliaia di lavoratori sono pronti a scendere in piazza. A cominciare dai 26 mila forestali, che dovrebbero iniziare le attività di prevenzione sul territorio ma per i quali non c’è un centesimo in bilancio. Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Sicilia hanno dichiarato nei giorni scorsi lo stato di agitazione del settore forestale, dell’Esa, dell’Aras e dell’istituto zootecnico. È l’anticamera dello sciopero generale, a causa, spiegano Fabrizio Colonna, Salvatore Tripi e Gaetano Pensabene, «dell’incertezza sui tempi e le somme che saranno stanziate». In finanziaria è stata bocciata la norma che metteva a disposizione 180 milioni di euro per le attività degli operai e dell’antincendio e le attività sono al palo. L’intero comparto agricolo è in ginocchio. Per l’Esa, l’Ente di sviluppo agricolo, c’erano 5,4 milioni per quella che è nota come campagna di meccanizzazione agricola 2014 e che avrebbe coinvolto 450 lavoratori stagionali assunti per circa 200 giornate lavorative. E senza una manovra-bis, a febbraio difficilmente saranno pagati gli stipendi dei 350 dipendenti. All’Aras i 159 dipendenti attendono tre mensilità. L’ultimo stipendio all’Ente acquedotto i 170 dipendenti lo hanno visto a dicembre. Dario Bonanno, dirigente dell’Eas, spiega che anche a anche a febbraio sarà impossibile garantire le indennità. Buio totale anche nei consorzi di bonifica, undici enti che contato 2.400 lavoratori senza paga da dicembre. A rischio pure i 180 stagionali.
In bilico anche le attività della Protezione civile. «È importante che si trovino i fondi per il settore» dice Sonia Alfano, eurodeputato, presidente della commissione europea Antimafia. «I Comuni siciliani, tra l'altro, possono dotarsi al più presto, e a costo zero, dei piani di Protezione Civile. Il dipartimento regionale ha infatti circa 40 tecnici qualificati in grado di supportare i Comuni che dovrebbero prevedere una serie di studi, e di misure necessarie, a scongiurare conseguenze tragiche rispetto a possibili calamità».
Trema il mondo della cultura, i teatri che temono per le attività in programma. Sul piede di guerra pure le società di cui la Regione è socio. È l’Ast una di quelle a stare peggio, ma non tanto per la norma impugnata, spiegano i sindacati, quanto per i 39 milioni arretrati che deve la Regione. «I 1.200 dipendenti – spiegano Amedeo Benigno Segretario Fit Cisl Sicilia e Franco Spanò Segretario Filt Cgil - non hanno ancora ricevuto lo stipendio di gennaio. Siamo pronto a protestare davanti a Palazzo d'Orleans portando in piazza gli autobus». All’Arpa, ente che si occupa della protezione dell’ambiente ed effettua attività di monitoraggio sulla qualità dell’aria e delle acque in tutta l’Isola, il dirigente generale Francesco Licata di Baucina ha fatto i salti mortali per garantire fino ad oggi gli stipendi. «Ma le nostre attività sono strategiche, presto senza risorse potrebbero sorgere problemi».

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