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Caltanissetta, la crisi non risparmia i saldi

CALTANISSETTA. Si avviano verso le battute finali i saldi di inverno e restano veramente pochi coloro che vanno ancora a caccia di occasioni, cercando per lo più capi firmati, pagati anche al 70 per cento in meno rispetto al prezzo di inizio stagione. Nei negozi non si vedono di certo le file alle casse dello scorso mese, e in realtà neanche quelle degli anni passati, ma nessun negoziante era arrivato a sperare tanto. Se a gennaio, infatti, c’era stato un picco nelle vendite, equiparabile a quello dell’anno scorso, adesso è stato evidenziato un calo del dieci per cento negli acquisti che ricalca in definitiva il trend nazionale. Insomma la crisi economica non risparmia nemmeno i saldi che fino a qualche anno fa diventavano una vera e propria occasione per chi voleva riempire gli armadi di scarpe e vestiti. Adesso, per lo più, si tratta di un timido rinnovo del guardaroba con quello che si ritiene davvero indispensabile. «È chiaro – ha dichiarato il presidente provinciale della Federazione Moda in Confcommercio Angelo Cammalleri – che la clientela attende gli sconti per via della crisi. Ma se quest’ultima ormai investe tutto il territorio nazionale nel nostro caso c’è anche un problema di attrattiva turistica. La nostra città, purtroppo, non riesce ad attirare gente da fuori e quindi ci si deve accontentare delle risorse locali. Se non si fa in modo che il nostro capoluogo trovi delle occasioni per un vero e proprio rilancio dal punto di vista dell’attrattiva turistica non potremo mai sperare in risultati esaltanti». Ma se è vero che a gennaio le vendite si sono mantenute al pari di quelle dell’anno scorso, è anche vero, come ha sottolineato qualcuno, che non è tutto un problema di saldi.
«Il problema – ha spiegato Claudio Palazzolo, proprietario di negozi di calzature e abbigliamento in centro storico – non è solo quanto vendiamo durante i saldi, ma quello che riusciamo a fare prima. Le vendite si sono ridotte moltissimo perché purtroppo non ci sono soldi, di conseguenza per i negozianti diventa difficilissimo sostenere i costi fissi. Io spero che la politica e le amministrazioni locali e regionali programmino degli incentivi per quanto riguarda i costi del lavoro e che le banche comincino davvero a sostenere le imprese. C’è un grande bisogno che le cose cambino altrimenti non si va da nessuna parte». Ma c’è anche chi è fiducioso per i mesi a venire. «In termini di fatturato – ha spiegato Antonio Gruttadauria, commerciante di abbigliamento in centro storico – non ci sono più i risultati di prima. Tuttavia ci aspettiamo per il 2014 una leggera ripresa. Adesso cominceranno le cerimonie (matrimoni, comunioni e cresime) quindi sicuramente potremo sperare in qualcosa in più. Da questo punto di vista sono ottimista».
A risentire meno della crisi sono forse le multinazionali e le catene di abbigliamento con prezzi medio-bassi. «Noi abbiamo venduto bene – ha dichiarato Loredana Crapanzano – responsabile di una nota catena di abbigliamento – addirittura stiamo già cominciando a vendere i capi primaverili, mentre della merce invernale non è rimasto quasi nulla».
Non registrano crisi neanche i tanti negozietti di cinesi che ormai proliferano in ogni angolo della città con strutture enormi, come quelli sorti alla periferia sud della città o sulla strada che collega il capoluogo a San Cataldo, che rimangono punto di riferimento per le tantissime famiglie a basso reddito. Insomma per i commercianti locali, dalle tasse, ai costi fissi, alla nuova e schiacciante concorrenza proveniente dall’Est, le cose, purtroppo, non sono più facili come una volta.

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