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Provincie e Manovra, nervi tesi fra Udc, Pd e Crocetta

PALERMO. I centristi non escludono che possa saltare, il Pd teme che diventi invece l’occasione in cui tutti gli accordi si rompono. È appeso a un filo il vertice convocato per lunedì sera a Roma. Doveva sancire il nuovo patto fra Pd, Udc e Crocetta alla vigilia del voto sulla riforma delle Province e sulla manovra economica da riapprovare all’Ars ma gli alleati ci arrivano in un clima da resa dei conti. Complici le ultime dichiarazioni pubbliche del presidente della Regione, l’approssimarsi della campagna elettorale per le Europee e i sospetti dei centristi sul maturare di nuovi equilibri all’Ars.
Oggi per tutta la giornata il renziano Davide Faraone ha provato a riavvicinare l’Udc a Crocetta. I centristi temono che sia in corso una manovra per trovare un nuovo assetto della maggioranza sull’asse Pd, Drs, Articolo 4 e Megafono. Inoltre gli uomini del ministro D’Alia non hanno mai nascosto lo scetticismo sul testo della riforma delle Province uscito dalla commissione dell’Ars guidata da Antonello Cracolici (Pd).
Se lunedì sera al vertice non si troverà una intesa, martedì si andrà in aula in un clima da liberi tutti. E in questa situazione il governo pensa di far slittare anche la Finanziaria bis fronteggiando le prime emergenze grazie a una sessantina di milioni già individuati nel bilancio.

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