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Progetto a Serradifalco, nella casa confiscata un alloggio per stranieri

SERRADIFALCO. Un secondo immobile, confiscato alla mafia e assegnato al comune, sarà utilizzato per fini sociali. In questo caso, per l’integrazione delle popolazioni immigrate. Una loro famiglia, pagando un canone di affitto “politico”, potrà abitare nella casa a due piani del cortile Arnone. Dopo che, anni fa, all’associazione «Casa famiglia Rosetta» era stata assegnata una villa in contrada Chiarelli, che da allora utilizza come comunità di recupero per ex tossicodipendenti. Struttura, quest’ultima, per la quale, fra l’altro, è molto probabile giunga nei prossimi giorni un altro finanziamento. Sempre per eseguire lavori di ristrutturazione. In questo caso di 350 mila euro. Per vedere una famiglia d’immigrati abitare nella casa di cortile Arnone, invece, occorrerà aspettare che essa sia ristrutturata. Date le sue condizioni, l’edificio, da quando, più di 5 anni, fa è stato assegnato al comune, è utilizzato come deposito di attrezzi. Il progetto di ristrutturazione è già stato redatto dall’ufficio tecnico comunale. E la giunta comunale, da parte sua, l’ha approvato in via amministrativa. I 100 mila euro necessari per eseguire i lavori, infatti, sono già stati stanziati dall’assessorato regionale delle Politiche sociali. A un cui bando di finanziamento il comune aveva a suo tempo aderito. Nell’approvare il progetto, l’organo esecutivo ha dato mandato all’ufficio tecnico comunale di indire la gara per assegnare i lavori di ristrutturazione dell’immobile. Il bando, quindi, potrebbe essere pubblicato già nei prossimi giorni.
Soddisfazione per il finanziamento ottenuto dal comune esprime il vicesindaco e assessore all’Integrazione sociale Cettina Gibaldi. Come spiega il sindaco Giuseppe Maria Dacquì, infatti, “la realizzazione dell’opera, consentirà politiche d’integrazione sociale, in quando nell’edificio andrà ad abitare una famiglia di extracomunitari”.
Il primo cittadino, però, pone l’accento anche un altro aspetto per lui “molto rilevante: l’effettiva utilizzazione di beni sottratti alla criminalità e assegnati al comune”. Il sindaco Dacquì, quindi, annuncia che “l’amministrazione comunale è ora alla ricerca di altri finanziamenti per utilizzare due altri beni, altrettante porzioni di terra, confiscati e assegnati al comune. L’uno tra le vie papa Giovanni XXIII e padre Ingrao, per il quale l’Università di Palermo ha già redatto il progetto “La via della legalità”, che vi prevede la realizzazione di un passaggio pedonale. L’altro, invece, in via Crucillà per il quale si potrebbe usufruire di un eventuale nuovo bando di finanziamento della Regione”.

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