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La corsa alla segreteria del Pd in Sicilia Scambio di accuse tra Lupo e Raciti

L’uscente: «È scoppiato l’amore tra i renziani e Crisafulli sulla base della spartizione di incarichi». Il suo antagonista ribatte: «Poltrone? Dovrebbe essere lui a spiegare come ha gestito il partito in questi anni»

PALERMO. Si accende la corsa delle primarie del prossimo 16 febbraio nel Pd siciliano. Un duro botta e risposta tra i candidati principali accende la competizione. Il segretario regionale uscente del Partito democratico, Giuseppe Lupo (ricandidato per l'Areadem), va all'attacco dei renziani e spara a zero sull'«amore», dice, scoppiato tra Faraone e Crisafulli che per questa sfida elettorale hanno deciso di sostenere Fausto Raciti. In lizza ci sono anche Antonio Ferrante, Giuseppe Lauricella e Antonella Monastra.
«Ho detto no alla proposta di avere un assessorato e a quella di capogruppo dell'Ars affinché ritirassi la mia candidatura - ha spiegato ieri Lupo in conferenza stampa - e l'ho fatto per garantire lo svolgimento del congresso del Pd, non farlo sarebbe stato un suicidio. In Sicilia - ha continuato -, ad un certo punto, è scoppiato l'amore tra Faraone e Crisafulli, un'intesa che non ha nulla a che vedere con un accordo unitario di partito, ma che passa attraverso la spartizione di incarichi di governo e sottogoverno. La segreteria del Pd - ha aggiunto Lupo - non può essere utilizzata come merce di scambio. L'accordo vero non è fatto sul progetto politico, ma su altro».
Critiche al vetriolo, quelle di Lupo, dunque, che non hanno di certo lasciato senza parole i diretti interessati, coinvolti in uno scontro interno tra i democratici. A partire dall'ex senatore del Pd e segretario provinciale del partito a Enna, Vladimiro Crisafulli, che ha detto: «Prendo atto che Lupo ha perso la bussola, ha perso l'occasione di una candidatura unitaria, sperava di essere rieletto. La sua è una visione disperata più che politica - ha aggiunto -. In questa fase serve un ricambio generazionale, la candidatura di Raciti l'ho fortemente voluta».
E proprio quest'ultimo, rispondendo alle dichiarazioni di Lupo, non le ha mandate a dire al suo avversario principale per la segreteria regionale del Pd: «A proposito di poltrone - ha dichiarato Raciti -, invece di lanciare accuse contro tutto e tutti, Lupo dovrebbe dare più di una spiegazione sul modo in cui ha gestito il partito in questi anni. Quanto alla convergenza che si registra attorno alla mia candidatura - ha concluso -, credo che sia un valore aggiunto: da troppo tempo i nostri elettori ci chiedono innanzitutto unità: mi sarei aspettato che Lupo fosse il protagonista di questo percorso unitario, non certo il suo principale oppositore».
E a dargli manforte anche Mila Spicola, della direzione nazionale del Pd e membro del Comitato Raciti segretario: «Assisto allo sfacelo della Sicilia degli ultimi anni - ha scritto ieri - e chiedo: chi era alla guida del Pd? Peppino Lupo. Chi è oggi deputato regionale? Peppino Lupo. Chi si lancia in accuse personali e in liti invece di discutere di leggi, di emendamenti, di vertenze di lavoratori a un passo dal licenziamento? Peppino Lupo. Il partito da lui diretto in Sicilia è stato inutile, un luogo in cui è stato impossibile elaborare proposte e portarle avanti».
In questo clima, Lupo non ha risparmiato le sue critiche neppure per l'operato del governo Crocetta in merito alla Finanziaria: «La scelta di aprire uno scontro con il Commissario dello Stato non ha portato nessun risultato. Era possibile approvare bilancio e finanziaria almeno 10 giorni prima - ha concluso -. Adesso bisognerà lavorare per una manovra bis, ma il problema è che i 350 milioni disponibili sono insufficienti. Il governatore non ci ha dato retta».

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