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Delitto Meredith: condannati Amanda Knox e Raffaele Sollecito

FIRENZE. La sintesi l'ha fatta uno dei difensori, l'avvocato Luciano Ghirga: "Una bella botta". La Corte d'assise d'appello di Firenze ha condannato Amanda Knox a 28 anni e sei mesi di carcere e Raffaele Sollecito a 25. Per la studentessa americana i giudici hanno stabilito una pena più alta dei 26 anni che le vennero inflitti in primo grado a Perugia per effetto dell'aggravante legata alla calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. L'unica consolazione, per i due ex fidanzatini, sono le misure cautelari. Sollecito stamani è arrivato in aula a Firenze col timore che la Corte d'assise d'appello potesse stabilire per lui anche un arresto. Invece, i giudici si sono limitati a un divieto di espatrio: gli verrà tolto il passaporto, niente di più. Nessun provvedimento per Amanda che si trova "legittimamente nel suo Paese di origine", gli Stati Uniti, hanno spiegato i giudici nella sentenza.
Da Seattle, dove è stata raggiunta per telefono dai suoi difensori, Amanda ha fatto sapere di essere "spaventata e rattristata dal verdetto" e di sentirsi vittima di una "persecuzione ingiusta". Non ha pianto, però. Raffaele, che si è allontanato quando i giudici sono entrati in camera di consiglio, ha preferito non tornare in aula. Probabilmente ha atteso la sentenza a casa sua, a Bari. A chi era con lui è apparso ''incredulo''.
La sentenza è arrivata alle 21.55, dopo più di undici ore di camera di consiglio. Il verdetto è stato accolto in silenzio dal pubblico. Anche i familiari di Meredith, la sorella Stephanie e il fratello Lyle, arrivati al Palazzo di giustizia pochi minuti prima della lettura del dispositivo, sono rimasti impassibili. "E' la cosa migliore che potevamo sperare - ha detto il fratello Lyle - ma non è tempo di festeggiare".
Il pg Alessandro Crini aveva chiesto 30 anni per Amanda e 26 per Sollecito. Per l'ingegnere pugliese la sentenza di oggi è stato come un brutto passo indietro nel tempo. La Corte ha confermato la condanna che gli venne inflitta in primo grado a Perugia. Per lui è stato disposto il divieto di espatrio perché ha la ''disponibilità di supporti logistici in Paesi in relazione ai quali lo Stato italiano non risulta legato da accordi di assistenza giudiziaria". Tradotto: è stato più volte a Santo Domingo e c'è il rischio che torni là, evitando così di scontare la pena nel caso in cui la Cassazione confermi la condanna.
La sentenza fiorentina arriva sette anni dopo l'omicidio di Meredith, uccisa la sera del primo novembre del 2007 a Perugia, e dopo tre sentenze: la condanna in primo grado, l'assoluzione in appello, l'annullamento in Cassazione. Da stasera, i colpevoli tornano ad essere tre: Rudy Guede, che sta scontando una condanna a 16 anni, Raffaele e Amanda, per i quali, comunque, si dovrà aspettare la Cassazione.
La Corte si è presa 90 giorni per le motivazioni. Uno dei punti da chiarire è il movente. C'è da capire se ribadirà quello ipotizzato dai magistrati di Perugia, e cioè un gioco erotico degenerato, o quello tratteggiato dal pg della Toscana: una lite legata a vecchi rancori fra Amanda e Meredith per la pulizia della casa e innescata, quella sera, dal comportamento di Guede, che andò in bagno senza tirare lo sciacquone.

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