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Finanziaria impugnata: l'ottismo del Pd e il pessimismo di Crocetta poco prima del vertice a Roma

PALERMO. L’ottimismo del Pd siciliano, il pessimismo del presidente della Regione. Sale la tensione sulle conseguenze dell’impugnativa della Finanziaria da parte del Commissario dello Stato. A pochi minuti dall’inizio del decisivo vertice a Roma sullo sblocco della spesa il Pd siciliano ha rotto il silenzio che aveva contraddistinto gli ultimi giorni lasciando pensare a un isolamento del presidente da parte dei principali alleati. Per il capogruppo dei democratici, Baldo Gucciardi: «Falcidiando la Finanziaria è stato fatto un grave danno alla Sicilia. Siamo certi che adesso a Roma il governo nazionale prenderà atto della situazione e individuerà le soluzioni adeguate per sbloccare i fondi che servono per garantire i lavoratori a rischio e riproporre i provvedimenti per lo sviluppo che erano contenuti nella manovra». Gucciardi ha aggiunto che «il Pd a Palermo e a Roma lavora ad una soluzione immediata».
Ma Crocetta comincia a dubitare che da Roma arrivi una soluzione rapida alla crisi che ha provocato il blocco della spesa. Il presidente sa di non poter attendere a lungo perchè più il tempo passa senza che la Regione possa finanziare gli enti regionali più ritarderanno gli stipendi: «La Sicilia non chiede fondi, elemosine o privilegi allo Stato ma chiede di essere trattata esattamente come tutte le altre Regioni, in un momento in cui sta facendo il più grande sforzo della sua storia nella lotta alla corruzione, tagliando sprechi e risanando i conti». Il presidente ha ricordato anche che «In Piemonte c'è un buco di 10 miliardi ma nessuno chiede alla Regione di recuperare in una sola manovra finanziaria queste risorse. Sulla questione dei residui attivi (le entrate che non si riesce a incassare) chiediamo di essere trattati esattamente come tutte le altre Regioni, spalmando il debito su più esercizi finanziari evitando così il massacro sociale e la politica depressiva».
Intanto il blocco della spesa ha provocato curiosi incidenti. All’Ars non è stato possibile comprare neppure la carta igienica: un disagio che accomuna «democraticamente» deputati, commessi, funzionari e dirigenti.

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