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Assostampa, notizie in anteprima a una testata da un comune catanese: "Non è ammissibile"

CATANIA. «In un comune del Catanese sarebbe in vigore una sorta di 'Ius primae notitiae”, cioè l'applicazione di un presunto diritto da parte di una testata locale di avere in anteprima e in esclusiva le informazioni che riguardano l'amministrazione cittadina. Solamente dopo che tale testata ha realizzato lo »scoop« verrebbero informati gli altri giornalisti». Lo afferma in una nota la segreteria provinciale dell'Assostampa, il sindacato dei giornalisti. «Non mettiamo in dubbio - continua il sindacato - quanto riferito dai colleghi, ma se ciò fosse una prassi consolidata, sarebbe estremamente grave».    
L'Assostampa ricorda «alcune parole pronunciate il 2 dicembre 2011 dall'allora neo procuratore della Repubblica di Catania Giovanni Salvi che, incontrando i giornalisti, disse: 'Ribadisco che non ci saranno  canali privilegiati per quanto riguarda l'informazione: tutti gli addetti al settore potranno essere informati tempestivamente...» ritenendo questo «un buon esempio che, però, non sembra essere condiviso da qualche amministratore pubblico». «A Biancavilla, ad esempio - continua il sindacato dei giornalisti - manca un addetto stampa del Comune e, a causa di questa grave carenza, il sindaco Giuseppe Glorioso è costretto ad arrangiarsi alla meno peggio, forse non riuscendo nel difficile compito di realizzare una corretta, equilibrata e completa informazione istituzionale». Sulla questione interviene il segretario Daniele Lo Porto, che si rivolge al sindaco Giuseppe Glorioso «affinchè inviti per un confronto costruttivo la segreteria provinciale dell'Assostampa, un rappresentante dell'Ordine dei giornalisti e i colleghi delle varie testate che operano sul territorio per parlare, nel rispetto della Legge 150 del dovere della Pubblica amministrazione di informare e del diritto dei cittadini di essere informati, di un sistema che non privilegi e non mortifichi nessun operatore dell'informazione, intervenendo anche per prevenire il diffondersi del virus della »sindrome del governatorè«.

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