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Pippo Pollina, nel nuovo disco un omaggio a Padre Puglisi

È uscito l’appartenenza, ultimo impegno del cantante palermitano. Nel brano “Se ognuno fa qualcosa” ricorda il sacerdote di Brancaccio

MILANO. “Ce lo dica don Pino/ che di eroi ci nutriamo per riempire quel vuoto, quel niente che siamo” recita E se ognuno fa qualcosa, una delle più belle canzoni dell’ultimo lavoro di Pippo Pollina. Frase di don Pino Puglisi, quel sacerdote “che ha sfidato i potenti/con il sorriso dei giusti/il coraggio dei matti”, ucciso vent’anni fa con un colpo di pistola alla nuca mentre torna a casa per avere dato fastidio alla mafia per il fervido apostolato contro Cosa Nostra. Straordinaria erudizione ed eleganza formale per tutte le 13 tracce che compongono il nuovo disco di inediti di uno dei più apprezzati esponenti della musica italiana d’autore in Europa e dai tour sold out. L’appartenenza (Jazzhaus Records e distribuito in Italia da Artist First), è l’apoteosi del viaggio musicale di Pollina, artista siciliano, poliedrico, musicista delle storie vere, dimenticate, eroiche. Un breve passato da giornalista ne “I siciliani”, periodico di denuncia antimafia fa da apripista al suo essere attento e partecipe del mondo che ci circonda, indagando con trasporto sulle difficoltà dell’uomo e sui valori veri a cui si può aggrappare per rimanere fedeli a se stessi. Non per niente, vincitore qualche tempo fa, del premio Musica e Cultura a Cinisi per un altro martire della mafia, Peppino Impastato. “Il nome dell’album”, dice, “rappresenta una sorta di file rouge, una dichiarazione di intenti e di aderenze tra i temi che in esso sono contenuti. Ho compiuto 50 anni, ho voluto fare un bilancio della mia vita”. Appartenenza politica, religiosa, culturale. In tal modo, la sua musica diventa canto di denuncia sociale. Ma aulica, intrisa di emotività culturale capace di coinvolgere melodie, per una canzone d’autore contemporanea. “Vivo all’estero ormai da molti anni, la differenza rispetto all’Italia è che c’è ancora un’attenzione particolare a certi tipi di musica. La canzone d’autore, che in Italia negli anni 60/70 raccontava “lo spirito del tempo” ora è diventata di nicchia.” Un punto di arrivo per Pollina, ma anche di partenza. Riflessione per questo disco spartiacque, dalle influenze musicali e culturali della sua carriera: da Wecker agli Inti-Illimani, da Battiato a Bardill, a Kälberer. E ancora Giorgio Conte, Werner Schmidbauer, ed Etta Scollo (conterranea) con cui duetta in un brano in siciliano (Ti Vogghiu Beni), sono i grandi ospiti del disco. Lo ascolteremo live in Italia nel 2014, con un tour che inizierà a Zurigo. Con lui, il Palermo Acoustic Quartet composto da Fabrizio Giambanco (percussioni e batteria), Luca Lo Bianco (basso e contrabbasso), Roberto Petroli (clarinetto e sassofoni). “Viaggiare e venire a contatto con culture diverse sicuramente ti dà una visione diversa del mondo. Mi ritengo fortunato per aver avuto la possibilità di vedere e conoscere mondi diversi grazie al mio lavoro. C’è sempre qualcosa di nuovo da fare, da provare e finché avrò la curiosità e un pubblico che mi ascolta andrò avanti a fare quello che amo.”

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