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Il Pd si divide sull'accordo con il Cav, Renzi: "Ho fatto tutto alla luce del sole"

ROMA. L'ala bersaniana del Pd si prepara a rendere difficile la vita a Matteo Renzi, domani alla Direzione del Pd, dove il segretario presenterà quella che sarà la proposta di riforma elettorale del Pd. Le critiche anticipate oggi da Gianni Cuperlo, Stefano Fassina e gli altri 'bersaniani' riguarderanno non solo il merito del sistema elettorale, ma anche il piano politico, con l'accusa di aver "riportato in vita" Berlusconi, con tanto di insidia per bloccare la riforma: pretendere un referendum tra gli iscritti del Pd. Ma il segretario non intende farsi infilzare ed è pronto a replicare spiegando inanzitutto di aver fatto tutto "alla luce del sole".

Oggi Stefano Fassina ha detto di "essersi vergognato" dell'ingresso di Berlusconi nella sede del Pd. In ogni caso l'accordo col Cav, ha detto l'ex viceministro dell'Economia, "è stato fatto dal segretario e non dal Partito". E visto che tra gli iscritti Renzi "non ha la maggioranza" (prese il 45%), "sarebbe possibile consultare la base, gli iscritti" con un referendum anche telematico, come pure prevede lo statuto in un articolo mai utilizzato. A rilanciare l'idea del referendum tra
i soli iscritti è l'altro bersaniano, Danilo Leva.

E' chiaro che un pur rapido referendum tra gli iscritti bloccherebbe l'iter parlamentare della riforma elettorale, che questa settimana deve essere licenziata dalla Commissione Affari costituzionali della Camera e lunedì 27 dovrebbe essere esaminata dall'aula. Se il referendum passasse in Direzione sarebbe la prima grossa sconfitta di Renzi, ma appare difficile che ciò avvenga. "Consultare la base del Pd sulla legge elettorale"? ha domandato la renziana Simona Bonafè: "Lo abbiamo già fatto con le primarie a cui ci siamo presentati con un preciso programma".

Ma ha colpito il fatto che Fassina e Leva rilancino la contrapposizione tra i militanti, che alle primarie hanno decretato il trionfo di Renzi, e gli iscritti: tra i quali Renzi ha sì vinto senza però ottenere la maggioranza assoluta. Contrapposizione che ha costretto Fassina a smentire che egli o altri pensino a una scissione "a sinistra". E forse non a caso oggi si è registrata la visita di Renzi a Bersani ancora ricoverato all'ospedale di Parma.

Gianni Cuperlo ha contestato sia il merito dell'accorso, rilanciando il doppio turno, sia il "metodo", quello cioè dipartire da un accordo non nella maggioranza bensì con Berlusconi che, oltretutto, sarebbe ora "rilegittimato". "Cuperlo sbaglia - ha replicato Dario Parrini - rilegittimiamo Berlusconi se non facciamo le riforme, non facendole".

Con un post su Facebook, Renzi ha risposto punto per punto, anticipando il ragionamento di domani: "Sono stato eletto alle primarie per cambiare le regole del gioco, per rilanciare sul lavoro, per dare un orizzonte al PD e all'Italia. Dopo 20 anni di chiacchiere, in un mese abbiamo il primo obiettivo a portata di mano". Insomma quello con il Cavaliere è un "accordo, trasparente e alla luce del sole". "Per una volta - ha aggiunto - facciamo ciò che abbiamo promesso", unica via per "ridare credibilità alla politica".

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