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Tensione sui precari dei Comuni: solo un anno di proroga

Direttiva ai sindaci: la maggior parte dei 18.5oo lavoratori non avrà la riconferma per tre anni, stabilizzati soltanto 3 mila. La dirigente corsello: spetta ai sindaci decidere sulla durata dei contratti. I sindacati: «Percorso sbagliato»

PALERMO. Un solo anno di proroga certa, solo in pochi avranno un contratto triennale: lo dicono i sindacati, lo confermano i sindaci leggendo le prime direttive della Regione all’indomani dell’approvazione della Finanziaria. E così sale di nuovo, a sorpresa, la tensione intorno ai 18.500 precari degli enti locali.
La norma approvata all’Ars, frutto di una complicata combinazione con quella varata a Roma qualche settimana prima, era stata pensata per creare un percorso in due tappe: subito la proroga triennale, invece della storica annuale, e poi dal 2017 le stabilizzazioni. Ma ieri la Regione ha diramato una prima direttiva ai sindaci aprendo una maglia: se i Comuni non attivano contestualmente il percorso di stabilizzazione, le proroghe possono essere di un solo anno e dunque i contratti possono scadere il prossimo 31 dicembre. Inoltre bisognerà valutare «la sussistenza del fabbisogno e le comprovate esigenze istituzionali».
La formulazione molto tecnica della direttiva firmata dall’assessore regionale al Lavoro, Ester Bonafede, non è sfuggita ai sindacati: «Vedrete, alla fine tutti i sindaci opteranno per il contratto annuale come noi avevamo temuto fin dall’inizio», commenta Massimo Bontempo del Movimento Giovani Lavoratori, la sigla autonoma più rappresentativa.
Il percorso in effetti si complica e la Regione ammette che ora «tocca ai sindaci decidere cosa fare». La proroga annuale invece che triennale è stata prevista a Roma per dare un paracadute ai Comuni che hanno i conti in rosso e hanno sforato il patto di stabilità: loro, in attesa di risolvere i problemi, possono limitare la durata dei contratti. Ma - spiega Anna Rosa Corsello, dirigente dell’assessorato regionale - per fare i contratti triennali il sindaco deve prevedere che entro la fine del 2016 si passerà al posto fisso. E questa previsione deve essere fatta per iscritto: occorre cioè un piano del fabbisogno di personale e la previsione della spesa. Servono soprattutto i soldi. Tutto questo sarà meglio specificato in una lunga e dettagliata circolare che verrà diffusa dopo la pubblicazione della Finanziaria in Gazzetta Ufficiale: la direttiva di ieri serve solo a dare il via ai sindaci in attesa che il Commissario dello Stato si esprime sulla manovra. Ma è già una prima indicazione di quanto accadrà.
Per le proroghe di questo personale la Regione ha stanziato circa 236 milioni che, conti alla mano, nel 2014 sono sufficienti per pagare al massimo il 90% dello stipendio. Il restante dieci per cento deve metterlo ogni Comune. E così deve essere per tutti e tre gli anni. Poi i sindaci e la Regione devono trovare un’intesa per il cofinanziamento delle stabilizzazioni. Se tutti questi tasselli non vanno a posto, è il timore dei sindacati, nessun sindaco andrà oltre la proroga annuale.
E in effetti l’Anci, l’associazione dei Comuni, conferma che l’orientamento generale è quello della proroga annuale. Spiega il presidente Paolo Amenta: «Avevamo già detto che nelle condizioni attuali su 18.500 precari appena 3 mila possono sperare nelle stabilizzazioni. E la situazione si ripercuoterà sulle proroghe». I sindaci che non progettano le stabilizzazioni non potranno prorogare per più di un anno, conferma la Regione. E Amenta rilancia: «C’è un problema di fondi. Bisogna capire che tipo di aiuto può dare la Regione non solo nel 2014 ma nel quadro pluriennale». In ogni caso - precisa ancora la Corsello - anche i sindaci che in questa prima fase opteranno per i rinnovi annuali dei contratti potranno, al termine del 2014, passare alle proroghe fino al 2016 se le condizioni economiche e il fabbisogno di personale gli consentirà di programmare le stabilizzazioni. Ma l’Mgl non si dice rassicurato: «È il risultato di un percorso tutto sbagliato - conclude Massimo Bontempo -. Non c’è alcuna certezza sulle stabilizzazioni nè dei contratti triennali. Finirà come ogni anno, a dicembre saremo tutti a chiedere la nuova proroga».

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