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Fondi Sicilia, è bufera all'Ars

PALERMO. E' bufera sull'Assemblea Regionale Siciliana scossa dalla maxi inchiesta sull'uso dei fondi destinati ai Gruppi parlamentari che avrebbe svelato spese illegittime per circa 10 milioni di euro. Dopo la notizia degli inviti a comparire per 13 capigruppo della scorsa legislatura e dell'iscrizione nel registro degli indagati di 84 deputati e 13 tra dipendenti e politici, è il giorno delle reazioni politiche: come quella del governatore Rosario Crocetta che è stato perentorio. "Chi è indagato non può chiedere di entrare in Giunta", ha detto ai cronisti.
Poi ha di fatto invitato Davide Faraone, responsabile per il Welfare della segreteria nazionale del Pd, finito sotto inchiesta per avere usato seimila euro per fini personali, a dimettersi. "Il ministro Cancellieri non aveva commesso alcun reato ma per il Pd doveva essere sbattuta fuori per un profilo etico, ergo Faraone...", ha commentato duro Crocetta.  
Ma il delfino di Renzi in Sicilia non è rimasto a guardare. E ha assicurato di potere dimostrare la sua innocenza e l'uso a fini politici delle somme contestate.
Mentre all'Ars si discute dell'ultimo presunto caso di malapolitica, dalla Procura che ha coordinato l'indagine è arrivato un invito alla cautela.
"Siamo in una fase assolutamente iniziale dell'indagine. Ora dovremo valutare i singoli episodi che hanno destato dubbi negli inquirenti", ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci. Gli investigatori cominceranno con l'interrogare i 13 capigruppo "perché - ha spiegato il magistrato - le spese transitavano da loro".
Insomma le singole posizioni sono tutte da valutare anche perché l'inchiesta è tutt'altro che semplice. Comprendere il discrimine tra lecito e illecito, dicono gli inquirenti, quando l'unico criterio richiesto per l'uso dei fondi era quello della destinazione all'attività politica, concetto assai ampio, non è facile. Diverse potrebbero essere, invece, le valutazioni della magistratura contabile alla quale, a breve, dovrebbe arrivare la ponderosa mole di documenti raccolta dalla Finanza in 2 anni di indagine.
Sarà la Corte dei Conti, infatti, al di là delle valutazioni penali, ad accertare se ci siano stati danni erariali.
In mattinata in Procura, dopo il sì alla Finanziaria, si è presentato il presidente dell'Assemblea Regionale Giovanni Ardizzone. "Sono venuto per confermare la massima collaborazione degli uffici dell'Ars alla magistratura nel chiarire tutte le questioni tecniche su cui si dovranno fare accertamenti", ha detto dopo il colloquio con il procuratore di Palermo Francesco Messineo. Ardizzone, che è tra gli indagati, era in Procura però nella veste di presidente dell'Assemblea. "C'è la necessità di accelerare le indagini - ha aggiunto - perché la serenità serve a tutti".
Spulciando tra le carte raccolte, la Finanza ha puntato il dito soprattutto sui compensi extra busta dati ai collaboratori. Centinaia di migliaia di euro, secondo le Fiamme Gialle, illegittimamente assegnati dai fondi dei Gruppi. E se c'è chi ha sperperato in cene, vestiti griffati, borse, fumetti, gioielli, e perfino per un capodanno in un Resort di lusso, c'è anche chi, come l'ex deputato Pd Salvino Pantuso, è finito sotto inchiesta per 180 euro incassati, secondo l'accusa, illegittimamente. "Ho saputo dai giornali - ha detto arrivando in Procura per parlare coi pm - Vorrei capire cosa mi si contesta. Forse è solo un casodi omonimia".

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