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Fondi gruppi Ars, Crocetta: "Nessun politico in giunta, ora leggi ferme contro abusi"

PALERMO. «Se un anno fa avessi messo in giunta politici come mi chiedevano i partiti oggi ci saremmo trovati con il governo col maggior numero di indagati in Italia». Cosi il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ha risposto ai cronisti che gli hanno chiesto se il rimpasto di governo è ancora nella sua agenda, riferendosi all'inchiesta della Procura di Palermo sulle spese dei gruppi parlamentari.
«Mi mette molta tristezza l'inchiesta sui deputati regionali, non è bello essere presidente di una Regione dove ci sono 97 indagati: questo mi fa rabbia» commenta Crocetta.
«Il tema vero è quello di affrontare radicalmente e in modo drastico la riduzione della spesa pubblica con regole rigide e su questo non mi sembra che dal Parlamento siciliano siano arrivate grandi novità» ha aggiunto il presidente della Regione. «Molte cose devono cambiare, vanno stabilite regole ferme con leggi che evitino ogni possibile abuso. Da questa vicenda viene fuori una brutta immagine della Sicilia, annacquando anche il lavoro che ha fatto il governo sulla finanziaria» ha aggiunto. 


Sul coinvolgimento di Davide Faraone (Pd) nell'inchiesta, Crocetta risponde: «Il ministro Cancellieri non aveva commesso alcun reato ma per il Pd doveva essere sbattuta fuori per un profilo etico, ergo Faraone...».
«Chi è indagato - ha precisato inoltre Crocetta - non può chiedere di entrare in giunta. Non penso che chi ha grande sensibilità me lo chiederà».

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