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Manovra, braccio di ferro all’Ars Stop su un articolo con 90 commi

Ardizzone fa da mediatore riuscendo a convincere l'aula ad esaminare in nottata gli articoli della legge finora accantonati

PALERMO. Dopo un lungo braccio di ferro durato diverse ore con riunioni informali e vertici di maggioranza con nervi a fior di pelle, il presidente dell'Ars,
Giovanni Ardizzone, ha tentato la mediazione riuscendo a convincere l'aula ad esaminare in nottata gli articoli della legge finora accantonati, tra cui quelli sugli accantonamenti in bilancio per coprire i residui attivi (60 milioni di euro) come d'impegno con la Corte dei Conti e sui fondi ai comuni: poi l'aula sarà sospesa e riprenderà in mattinata, intorno alle 10, per affrontare la norma sulle leggi di spesa e l'art. 46, che ha tenuto la manovra in standby, ma depurato di tutti i commi tranne quelli che riguardano i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese (mutuo da 850 milioni) e la liquidazione di gran parte delle società partecipate.
Sull'articolo 46 governo, maggioranza e opposizioni hanno giocato una partita a scacchi, con i tecnici dell'Economia e il ragioniere generale che hanno riscritto più volte le norme, inizialmente una novantina. Un testo che se fosse giunto in aula così avrebbe probabilmente fatto naufragare l'intera manovra, da qui il vortice di riunioni per cercare di limare le norme. Con Ardizzone che più volte ha indicato la strada delle riduzione dei commi per evitare l'impasse. Alla fine si era arrivati a un testo di 57 articoli, più di quelli contenuti nell'intera finanziaria: una situazione incandescente, appesantita dalle fibrillazioni nella maggioranza riguardo ad alcuni temi politici messi sul piatto durante i colloqui, come il rimpasto di governo e la nomina dei manager della sanità. Argomenti che hanno bloccato per ore i lavori. Poi ecco la mediazione di Ardizzone: avanti con le norme accantonate, poi sospensione fino alle 10 e quindi di nuovo in aula con l'articolo 18 e le sole norme sui debiti verso le imprese e sulle partecipate, col governo alla prova d'aula, su questi due punti, senza una intesa preventiva.


M5S: ARTICOLO 46 PORCATA AD PERSONAM. "Dopo la tabella H dello scorso anno, l'articolo 46 oggi. Tra le pieghe della Finanziaria una nuova porcata  ad personam che  bypassa le commissioni e mostra l’arroganza di questo governo”. Il gruppo parlamentare all'Ars del Movimento 5 Stelle boccia senza mezzi termini "l'ultima trovata del governo, che riscrive praticamente una nuova manovra, infilandoci di tutto, dalla norme urbanistiche al maxi mutuo da un miliardo  e che ripesca pure norme cassate in commissione Bilancio, come quella che rischia di sanare numerosi edifici abusivi in Sicilia".
“L'articolo - affermano i deputati - è composto da ben 70 commi, compresi gli aggiuntivi. E pretende di rifare il volto alle normative urbanistiche con pericolosissimi contraccolpi possibili per quanto riguarda la compatibilità con la Sicilia. E' un articolo ad personam, o meglio ad personas, visto  che è quasi possibile leggere il nome di un deputato  dietro ad ogni comma”. Per bloccare l'articolo i deputati M5S hanno presentato un emendamento soppressivo. Ma gli strali dei parlamentari del gruppo non si limitano solo all'articolo 46. Non è andato giù nemmeno il voto in Aula dell'articolo 6, quello che legiferava sui Comuni, che ha cassato tutte le norme virtuose in direzione dell’obiettivo rifiuti zero, tanto a cuore al Movimento.
“Il governo Crocetta - commentano i Cinquestelle - ribadisce la sua arroganza e prepotenza  e mostra il suo vero volto attraverso la proposizione all'ultimo istante della vera Finanziaria, rinnegando la falsa disponibilità al dialogo mostrata in precedenza”. 

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