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Manovra, sì a 2,1 miliardi di tasse in più Letta: il 2014 l’anno della ripresa

ROMA. La manovra del governo Letta incassa il voto di fiducia in Senato con 168 sì e 110 no e diventa Legge dello Stato. Un'operazione da 14 miliardi e mezzo, di cui dopo il passaggio parlamentare, tra sconti fiscali e aggravi tributari, il saldo segna 2,1 miliardi di tasse in più. L'ok definitivo arriva in mezzo a molti dubbi, anche nel Pd: l'area più critica è quella vicina al neo segretario. Critiche anche da Scelta civica, che approfitta del palcoscenico per annunciare un ultimatum al governo intimando modifiche sul tema delle liberalizzazioni e della Pubblica amministrazione. Ma il premier, in occasione della conferenza stampa di fine anno, fa spallucce e invita gli scettici a guardare avanti, al 2014 quando - assicura - ci sarà la ripresa e "i tanti San Tommaso" si ricrederanno.
Il terzo passaggio parlamentare della manovra, come è prassi, è sostanzialmente burocratico: non c'è infatti il tempo per modificare ulteriormente il testo (a maggior ragione quest'anno con altri decreti legge che attendono di essere approvati dal Parlamento tra Natale e Capodanno) e così le polemiche sono tutte politiche e qualcuno si concede anche una protesta 'colorata' in Aula: il M5S in mattinata tira fuori tanti cartelli con la scritta "Restituite anche voi!" , poi prontamente rimossi dagli assistenti parlamentari su richiesta del presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso. E in serata prova a manifestare il proprio dissenso non rispondendo alla prima chiama al voto di fiducia ma solo alla seconda con l'obiettivo di rallentare almeno un po’ le votazioni.
Il leit-motiv delle critiche si può riassumere nella richiesta al governo di "maggiore coraggio" come sottolineano gli stessi esponenti Dem renziani. "Il senso di responsabilità - afferma la senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi – ci obbliga a un sì molto sofferto, ma non sono più tollerabili interventi spot, legati a particolarismi e interessi lobbistici, che minano la coerenza e l'unitarietà della legge di stabilità".
La più battagliera appare comunque Scelta civica: il governo deve cancellare la misura relativa alla mobilità del personale in esubero delle partecipate e riscrivere il dl Salva Roma, mette in guardia il segretario politico Stefania Giannini: "altrimenti - aggiunge - valuteremo molto seriamente il nostro ruolo all'interno del governo a cominciare". Nel mirino una misura che prevede che le società controllate direttamente o indirettamente dalle società partecipate "possano, sulla base di un accordo tra di esse, realizzare, senza consenso del lavoratore, processi di mobilità di personale, previa informativa alle rappresentanze sindacali".
Non è ancora legge dello Stato dunque che già la Manovra dell'Esecutivo Letta e firmata dal ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni è pronta per essere modificata: sul tavolo non solo le norme indicate dai partiti ma uno dei due assi portanti del provvedimento, vale a dire le misure sulla casa, con la promessa già fatta negli scorsi giorni ai Comuni di raddoppiare il fondo per le detrazioni sulla prima abitazione.

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