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All’Ars il nodo dei costi della politica E ora i deputati attaccano i burocrati

Crocetta: «Taglierò il mio compenso, sia d’esempio». E Ardizzone commenta: «Obbligo etico e giuridico»

PALERMO. Arriva oggi in aula all’Ars la legge che taglia gli stipendi ai deputati e i fondi ai partiti. E si apre un braccio di ferro fra quanti vogliono l’applicazione secca del decreto Monti e quanti cercano correttivi per salvare i privilegi siciliani puntando a colpire invece gli stipendi dei burocrati.
In questo clima Rosario Crocetta gioca d’anticipo e ribadisce quanto detto nei mesi scorsi: «Ho dato mandato alla Ragioneria regionale di tagliare il mio stipendio da gennaio adeguandolo al decreto Monti. Ho atteso che si muovesse il Parlamento, non è successo e provo a dare l’esempio arrivando a 9 mila euro lordi, non più di 6 mila netti, con portaborse a parte». Ma proprio ieri il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha convocato i leader di partito stilando un calendario dei lavori per arrivare alla approvazione giovedì 12. Ardizzone non ha gradito le frasi di Crocetta: «Finalmente anche il presidente della Regione ha compreso che l’applicazione del decreto Monti è un obbligo giuridico ed etico. Era ora. Mi auguro che adesso il suo gruppo dia sostegno al testo».
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