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Stato-mafia, la lettera di Napolitano non entra nel dibattimento

PALERMO. La lettera inviata dal capo dello Stato alla Corte d'assise di Palermo, che celebra il processo sulla trattativa Stato-mafia, non entrerà nel fascicolo del dibattimento perché alcune parti processuali, prima tra tutti la Procura, si sono opposte alla sua acquisizione. La mancata acquisizione della lettera al fascicolo del dibattimento comporta che la corte non si pronuncerà sull'eventuale rivalutazione della decisione di citare il capo dello Stato che, nella missiva di Napolitano, era stata sollecitata. "La corte prende atto che non c'e' il consenso sull'ingresso del documento e soprattutto sull'utilizzazione del suo contenuto rappresentativo - ha detto il presidente del collegio Alfredo Montalto - resta la sollecitazione ai poteri d'ufficio riservati alla corte che la stessa corte oggi registra, riservando al tempo debito le determinazioni che, se ne ricorreranno i presupposti, potranno essere adottate nel corso dell'istruttoria dibattimentale ai sensi della legge, così come indicato nell'ordinanza ammissiva delle prove".
"Non ci sono norme che consentono di surrogare la testimonianza con scritti provenienti dallo stesso testimone. Si tratta di un atto fuori dalla regola che non ci consente di rinunciare alla testimonianza del capo dello Stato". Con queste motivazioni la Procura di Palermo si è opposta all'acquisizione della lettera inviata alla corte d'assise che celebra il processo sulla trattativa Stato-mafia inviata alla corte dal presidente della Repubblica. "La lettera non è esaustiva e non puo' essere ritenuta sostitutiva della  testimonianza", ha detto il pm.

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