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Caltanissetta, non è ginecologo ma infermiere: falso medico chiamato in aula

L’imputato è chiamato a difendersi dalle accuse di sostituzione di persona ed esercizio abusivo della professione

CALTANISSETTA. Cinque anni dopo, il falso ginecologo è chiamato sul banco degli imputati. Un infermiere professionale dell'ospedale che si sarebbe finto medico, fissando pure appuntamento ad ignare pazienti che però non è mai riuscito a visitare. Sì, perché tra mille intoppi l'imbroglio è venuto a galla prima che potesse riuscire nell'intento. Lo hanno confermato anche i primi testi sentiti ieri. E non è per soldi che il sessantatreenne, Leonardo M. (difeso dagli avvocati Walter Tesauro ed Ernesto Brivido), poi finito in giudizio, si sarebbe finto specialista. No, piuttosto per fini più "stuzzicanti". Ma non c'è mai riuscito. Quel proposito sarebbe rimasto solo sulla carta. Tuttavia delle dieci e forse più puerpere che a lui si erano rivolte ritenendolo un ginecologo, soltanto una di loro, J.B. (assistita dall'avvocato Salvatore Tona), ha deciso di costituirsi parte civile e sarà ascoltata alla prossima udienza. Le altre no. Ed è stata proprio lei, allora, a rivestire un ruolo determinante per portare la storia a galla. Sì, perché l'infermiere avrebbe fissato appuntamento, a lei come le altre donne in stato di gravidanza, proprio in ospedale. Ma poi avrebbe incontrato grosse difficoltà a reperire locali, sempre all'interno del «Sant'Elia», da spacciare come suo ambulatorio. Per cui avrebbe un po' glissato quegli appuntamenti, tutti concentrati nell'arco di una settimana, quella compresa tra tra il 3 el'11 marzo del 2008. Le donne si sarebbero presentate in ospedale chiedendo di quel fantomatico medico. Ma trovarlo, ovviamente, s'è rivelato per tutte loro impresa impossibile. Perché in realtà non esisteva. Così alla fine hanno desistito. Ma un paio di donne, le più tenaci, invece no. Hanno voluto vederci chiaro. E con la loro ostinazione hanno portato la verità a galla. Con insistenza hanno chiesto di quel ginecologo, scavando più a fondo. Chiedendo anche alla reception dell'ospedale. Apprendendo poi, con sorpresa, che non esisteva alcun medico con quelle generalità, ma semmai un infermiere. A quel punto il quadro è sembrato farsi più fosco, ma in realtà tutto è stato presto spiegato. Al centro di quella equivoca situazione v'era un millantatore. Sono così scattate due indagini, una di carattere amministrativo interna alla stessa struttura sanitaria e una seconda, ma penale. Lo stesso chiamato adesso al cospetto del giudice Giuseppina Figliola per rispondere di sostituzione di persona ed esercizio abusivo della professione. E ieri, in apertura di procedimento, come teste del pm Salvatore Petix, sono stati sentiti il primario del pronto soccorso, l'usciere e due donne. 

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