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Province, in vista la proroga dei commissari

Gli uffici di Palazzo dei Normanni rispediscono al governo il ddl: mancano le relazioni tecniche sugli effetti finanziari del cambiamento

PALERMO. Cancellate le Province, il governo Crocetta non riesce a portare all’Ars la legge che avvia la fase due della riforma con l’istituzione dei Consorzi di Comuni e delle città metropolitane. Si va dunque verso una proroga degli attuali commissari mentre giunta e Parlamento si scontrano sulle procedure.

Nei giorni scorsi gli uffici dell’Ars hanno rispedito alla giunta il disegno di legge che disciplina la creazione dei Consorzi di Comuni, approvato a Palazzo d’Orleans in estate. Il problema - spiegano da Palazzo dei Normanni - è che non ci sono le relazioni tecniche che spiegano gli effetti finanziari del passaggio dalle Province ai nuovi soggetti: chi eredita mutui e altri debiti? A chi vanno i finanziamenti ordinari e come ripartirli? Che fine fanno le società partecipate?

Per risolvere questi dubbi oggi l’assessore regionale agli Enti Locali, Patrizia Valenti, incontrerà il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Un vertice che arriva a poco più di un mese dalla scadenza del termine per approvare la legge: la norma che ha chiuso le Province ha indicato anche che entro il 31 dicembre la Regione deve dare disposizione per creare i nuovi enti. La Valenti anticipa l’intenzione di varare un testo «leggero» che rinvii a un provvedimento amministrativo o a una successiva legge (sarebbe la terza) la definizione degli aspetti finanziari: «Molti dei dettagli tecnici che l’Ars ci chiede non sono definibili a priori. Se non sappiamo come i Comuni si organizzeranno per consorziarsi, non possiamo neanche regolare gli aspetti finanziari collegati». L’assessore fa un esempio: «Nel Ragusano si era sempre pensato che tutti i Comuni si consorziassero ereditando in blocco le funzioni della soppressa Provincia. Ma ora comincia a circolare l’ipotesi che nasca il Consorzio guidato da Gela a cui molti Comuni del Ragusano potrebbero avvicinarsi. Gli effetti finanziari sarebbero ovviamente diversi nei due casi».
Se oggi la Valenti otterrà da Ardizzone il via libera per portare all’esame dell’Ars la legge senza questi dettagli, sarà automatico che il governo dovrà poi tornare in aula nel 2014 con un altro provvedimento per definire gli aspetti che oggi restano in sospeso. E ciò - rilevano dagli uffici di Ardizzone - renderà inevitabile una proroga degli attuali commissari delle Province. Anche perchè, dando per scontato che la legge venga approvata entro il 31 dicembre, ci vorrà comunque del tempo perchè nascano i Consorzi e vengano definitivamente chiuse le Province: si va dunque verso una fase di transizione.
Attualmente il testo scritto dalla giunta prevede che per dar vita a un Consorzio di Comuni debbano legarsi fra loro amministrazioni che hanno un bacino di almeno 150 mila abitanti. Ma l’Ars può modificare con un voto questo paletto. Mentre per quanto riguarda le Città metropolitane - che dovrebbero mettere insieme dal punto di vista organizzativo i Comuni vicini a Palermo, Catania e Messina - il disegno di legge non è stato ancora inviato in commissione all’Ars perchè il governo ha annunciato alcune modifiche. In particolare l’adesione alla Città metropolitana non sarà obbligatoria ma facoltativa.
Anche in questo caso comunque i tempi per arrivare a un’approvazione entro il 31 dicembre sono strettissimi. Soprattutto perchè le due leggi andrebbero varate dall’Ars contemporaneamente alla Finanziaria e al bilancio. Un’operazione al buio che mette a rischio il piano della giunta: per questo motivo oggi la Valenti e Ardizzone cercheranno di stilare un calendario che metta al riparo da incidenti di percorso.

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