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Crocetta: «Alla Regione pronto a collaborare con Alfano»

Il presidente: “Più largo è il consenso, più stabile è il governo. Ma nessuno si aspetti nuovi equilibri in giunta”

PALERMO. «Dialogheremo col Nuovo Centrodestra di Alfano. Più largo è il consenso, più stabile è il governo»: Rosario Crocetta si è concesso ieri un ultimo bagno fuori stagione a Scoglitti. E da lì ha raccolto l’appello alla collaborazione istituzionale rivoltogli da Giuseppe Castiglione, ex coordinatore del Pdl e ora fra i fondatori del nuovo partito di Alfano in Sicilia. Ma, avverte il presidente, nessuno si aspetti nuovi equilibri in giunta. Anzi, è la sintesi della sua analisi, in un quadro di sostegno che potrebbe ampliarsi se si manifesterà l’esigenza di un rimpasto bisognerà individuare figure non riferibili direttamente a una parte politica ma graditi a tutte quelle che sostengono la giunta.

IN 48 ORE È CAMBIATO IL QUADRO POLITICO ITALIANO. SECONDO LEI COME PUÒ INFLUIRE TUTTO CIÒ IN SICILIA?
«Intanto vorrei dire che è apprezzabile lo sforzo di chiarezza avvenuto nel Pdl. Se una parte della destra abbandona l’area dei falchi per proiettarsi verso una destra moderata ed europea, non può che essere positivo. Ciò aumenta il senso di responsabilità verso le istituzioni. E, in estrema sintesi, ci mette al riparo dal rischio di elezioni. Non bisogna tornare a votare, nè a Roma nè alla Regione».

CONTATTERÀ GLI UOMINI DI ALFANO IN SICILIA?
«Io mi sento regolarmente con Alfano. Potrei dire di averlo anche incoraggiato in quest’azione di rottura e dunque nel suo nuovo percorso. È un percorso che condivido e che porterà in Parlamento regionale a un dialogo serrato perchè ora a Roma un’area del centrodestra sostiene un governo che è fatto dagli stessi partiti che sostengono il quello regionale. Ma vorrei ricordare che fin dall’inizio io ho sempre aperto al dialogo con tutte le forze parlamentari. Perchè il mio obiettivo è superare una fase di conflitto che fa parte di un modo di fare politica del passato e con il quale non si esce dalla crisi».

CHE TIPO DI DIALOGO, O È MEGLIO DIRE DI COLLABORAZIONE, IMMAGINA ALLA REGIONE?
«Penso a una collaborazione istituzionale. Le inchieste della magistratura, a cui ha collaborato il governo, stanno smantellando vecchi sistemi facendo emergere gli scandali. Ma ora bisogna lavorare a riforme non più rinviabili. Dobbiamo portare in Sicilia lavoro e sviluppo. Abbiamo preso una Regione sull’orlo del fallimento, ora siamo nelle condizioni di intercettare i primi segnali di ripresa economica che si intravedono sul piano nazionale. Ma senza una collaborazione istituzionale non si può fare. Se perdiamo un mese per approvare le semplici variazioni di bilancio, quanto impiegheremo per la Finanziaria? Avevo cercato la stessa collaborazione nei grillini, ma c’è stata solo a fasi alterne. Da parte mia non mancherà il dialogo, soprattutto con chi dimostra di volerlo».

È INEVITABILE CHE SE SI CREERÀ UN NUOVO EQUILIBRIO IN PARLAMENTO SI TORNERÀ A PARLARE DI RIMPASTO IN GIUNTA. È DISPOSTO A CAMBIARE ASSESSORI?
«Io parto da un presupposto. Non dobbiamo più pensare a una giunta in cui ogni assessore appartenga a una forza politica o, peggio, a una corrente. Tutto il governo deve essere espressione della coalizione. Proviamo a fare questo sforzo nuovo. Diciamo no alle lottizzazioni. La rivoluzione si fa con progetti collettivi. Creiamo un clima collegiale in cui tutti discutono e collaborano».

E SECONDO LEI LA SUA ATTUALE GIUNTA PUÒ RAPPRESENTARE TUTTI?
«Io direi che ha questa dote. Anche se ogni tanto vedo qualche piccola pecca, che però forte è frutto del pressing politico. Ma in questo momento la Sicilia ha bisogno di stabilità e di dialogo per mettere al centro legalità, sviluppo e lavoro e utilizzare al meglio le risorse che ci sono».

SI ATTENDE QUALCHE AIUTO DAL GOVERNO LETTA?
«Mi aspetto più collaborazione col governo nazionale. Rispetti lo sforzo di una Regione che in un anno ha tagliato 2,5 miliardi. Abbiamo chiesto di allentare un po’ i vincoli del patto di stabilità, sia per la Regione che per i Comuni. Sarebbe fondamentale. E poi mi aspetto che non ci arrivino attacchi dai ministri.

A COSA SI RIFERISCE?
«Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha detto che sul Muos decide la Regione. Ma così si comporta da Ponzio Pilato e scarica sul presidente della Regione tensioni violentissime che noi stiamo sopportando per il rispetto di un patto nazionale. Quando noi abbiamo revocato l’autorizzazione agli Usa per la realizzazione dell’antenna radar satellitare, ci è stato detto che quell’opera è di interesse strategico nazionale. Quindi la sua realizzazione interessava agli Usa quanto all’Italia e per questo i lavori sono ripartiti. Ora il ministro dice che tutto è nelle mani della Regione. Se è così, me lo metta per iscritto perchè a quel punto io il Muos lo blocco. Visto che, dannoso o innocuo, noi saremmo contrari a quell’antenna».

CHIEDERÀ UN INTERVENTO DI LETTA SUL MUOS?
«Io dico solo che non è accettabile che un ministro della Repubblica scarichi tensioni sul governo della Regione. Se si va avanti così sono pronto ad azioni clamorose. Intanto il governo e gli Usa avevano promesso azioni compensative a favore della popolazione nissena per i disagi che subiranno e stanno subendo. E di tutto ciò non si è visto ancora nulla».

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