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I prepensionamenti estesi a tutti gli enti

Lasceranno il lavoro con le vecchie regole pure i dipendenti di ospedali o di istituti regionali

PALERMO. I prepensionamenti in Sicilia non verranno limitati a Comuni, Province e Regione. La norma che la Regione sta già scrivendo prevederà la possibilità di congelare gli effetti della riforma Fornero anche in tutti gli enti collegati e, in generale, alla galassia pubblica: «Sì - conferma l’assessore alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti - estenderemo la possibilità di andare in pensione con le vecchie regole anche ai dipendenti di ospedali, istituti regionali ed enti come Eas o Esa».
L’assessore ha avuto ieri un vertice a Roma col ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia. Un incontro che è servito per mettere a punto una serie di dettagli della circolare sulla cui falsariga la Regione predisporrà la legge da approvare all’Ars. Il provvedimento avrà due binari paralleli e indipendenti l’uno dall’altro: il primo è appunto quello dei prepensionamenti, il secondo permetterà subito proroghe triennali per i 20 mila precari delle pubbliche amministrazioni che dalla fine del 2016 verranno stabilizzati.
Dai prepensionamenti, possibili applicando l’articolo 2 comma 3 della legge D’Alia, il governo si attende i risparmi di spesa perchè solo il 40% di chi lascia gli uffici verrà sostituito. Il calendario della quiescenza verrà riportato al dicembre 2011, prima della riforma Fornero: si potrà quindi andare in pensione con 65 anni di età (invece degli attuali 66 e 3 mesi) o con 40 anni di servizio invece degli attuali 42. Si potrà andare in pensione anche se la somma dei due valori fa almeno 97, quindi in alcuni casi anche con meno di 65 anni. La Valenti precisa che «l’obiettivo in questo momento è alleggerire gli organici. Dunque il prepensionamento sarà esteso al massimo».
L’assessorato intanto ha già diramato note a tutti i Comuni per chiedere i dati sul personale che potrà lasciare gli uffici: «In realtà - spiega il dirigente Giuseppe Morale - avevamo chiesto nei giorni scorsi di sapere quanti sarebbero andati in pensione con la legge Fornero. Ora stiamo chiedendo di aggiornare il monitoraggio prevedendo di applicare le vecchie norme». La Regione dovrà anche stabilire se dare il via ai prepensionamenti subito, con la prima finestra utile, o scaglionare gli esodi: lo stabilirà la legge da votare all’Ars.
Una volta svuotati gli uffici, secondo gli auspici del governo, si dovranno poi misurare le reali disponibilità di posti per i precari. Perchè le proroghe saranno generalizzate ma le stabilizzazioni no. E anche per questo motivo i sindacati si mostrano attendisti rispetto agli accordi fra Roma e Palermo. Per Claudio Barone della Uil «non sono ancora chiari i termini di applicazione delle vecchie norme pensionistiche. E soprattutto non è chiaro quanto ciò inciderà sugli gli organici dei Comuni. La Uil torna, quindi, a rivendicare un provvedimento specifico del governo nazionale che dia garanzie sulla messa in sicurezza di questa platea di lavoratori». E anche il Movimento giovani lavoratori, la sigla autonoma più rappresentativa guidata da Massimo Bontempo, punta tutto su una nuova norma nazionale che potrebbe essere proposta all’interno della legge di Stabilità: «L’obiettivo è sempre quello di arrivare a una deroga del patto di stabilità per i Comuni siciliani. Quella salverebbe davvero tutti mentre non ci convincono le altre soluzioni annunciate, piene di contraddizioni che rischiano di portare a dei bluff».

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