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Ma dove trovano le risorse?

L’ultimo spenga la luce. Meglio ancora se lo fa il penultimo. Così il risparmio aumenta. Serve un po’ di ironia per commentare l’emendamento bipartisan alla legge di Stabilità che propone di portare da 8 a 12 mila euro la soglia di esenzione fiscale. Certamente un bel regalo per le fasce meno abbienti. Ma anche qualche spicciolo a vantaggio delle classi più ricche: il primo scalino della no tax area diventerebbe più ampio anche per loro.
C’è, però, il solito problema delle risorse. All’appello mancherebbero infatti 1,8 miliardi. Da qui la geniale pensata: un bel taglio lineare sui «consumi intermedi» della pubblica amministrazione. Per il 2014 non sarebbe possibile spendere più del 70% del 2012. Fra i consumi intermedi c’è anche l’energia elettrica. Da qui l’ordine di tenere spento il neon degli uffici nelle ore notturne. Così la bolletta scende. Un impegno che definire vago è atto di generosità. Vuol dire che l’emendamento determinerà nuovo deficit. In queste condizioni l’incremento della fascia iniziale di imposizione è pura demagogia. Una promessa che non potrà essere mantenuta. Prima o poi, lo Stato dovrà cercare nuove tasse con cui chiudere il buco da 1,8 miliardi. Ecco perché ci permettiamo di proporre un nostro personale emendamento da inserire nella relazione introduttiva della legge di stabilità. Il seguente: ogni deputato che propone un aumento di spesa è obbligato a indicare le fonti di copertura. Servirebbe? Ne dubitiamo: una disposizione del genere esiste già nella Costituzione. Non risulta che sia mai stata rispettata. Nemmeno da quelli che, per riempirsi la bocca, si dichiarano paladini della Costituzione dichiarandone l’intangibilità. Poi nelle aule del Parlamento non hanno scrupoli a confondersi con i violentatori.

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