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"I soldi per appalti e servizi nei conti privati", arrestati dipendenti regionali e imprenditori

I mandati di pagamento per le aziende venivano preparati e successivamente i dipendenti regionali cambiavano l'Iban dei destinatari, inserendo quello personale

PALERMO. Ruota attorno al funzionario regionale Emanuele Currao la maxi truffa alla Regione siciliana messa a segno da una vera e propria organizzazione, fatta di dirigenti dell'ente e imprenditori, costata alle casse pubbliche oltre 700mila euro.
Quindici le persone arrestate dai carabinieri che hanno condotto l'inchiesta coordinata dall'aggiunto Leonardo Agueci e dal pm Alessandro Picchi; 13 dipendenti regionali e due imprenditori.
I meccanismi del raggiro, scoperto a seguito della denuncia sporta dall'ex dirigente della Formazione Ludovico Albert e dal dirigente regionale Marcello Maisano, erano diversi. In alcuni casi grazie alla totale assenza di controlli, a Currao e ai suoi complici sarebbe bastato sostituire gli Iban dei legittimi beneficiari di pagamenti dovuti dalla Regione con quelli dello stesso Currao o di altri imprenditori. In questo modo fondi pubblici dovuti a soggetti che avevano fornito materiali o prestazioni all'ente andavano ai componenti dell'organizzazione.
Fondamentale il ruolo di una ex dirigente, Concetta Cimino, ora in pensione: avrebbe fornito password e credenziali di accessi ai sistemi informatici della Regione.
Tra i beneficiari dei fondi pubblici anche un imprenditore, Mario Avara, che aveva costruito una casa a Currao a Sciacca. In altri casi, come quello del pagamento di un viaggio fatto in America Latina da alcuni funzionari nell'ambito del progetto Pacef Urbal III per la valorizzazione della donna nel Sudamerica, il piano sarebbe stato un altro. Il viaggio sarebbe stato pagato due volte all'agenzia che l'aveva organizzato. La prima attraverso un accredito lecito, l'altra, attraverso un decreto ingiuntivo richiesto dallo stesso Currao e il cui importo - 42mila euro - sarebbe stato girato sul conto corrente del dirigente.
Clamoroso anche il caso della distrazione di 200mila euro di cui era creditrice la Regione Veneto accreditati da Currao a una società appaltatrice dell'assessorato alla Formazione, la A.M.Ufficio srl, grazie all'alterazione dell'Iban.
Dalle indagini sono emersi anche una truffa nell'attribuzione degli straordinari e appalti per forniture di servizi irregolarmente aggiudicati a parenti di un cassiere e di un consegnatario regionali.
I tredici dipendenti dell'assessorato alla Formazione e alla pubblica istruzione finiti ai domiciliari e i due imprenditori in carcere sono accusati a vario titolo di peculato, truffa aggravata nei confronti dello Stato, turbata libertà degli incanti, falsità materiale e ideologica. Un assessorato, quello della Formazione, dove sono stati
scoperti nuovi illeciti. Come l'utilizzo dei soldi dello straordinario per organizzare viaggi; o ancora lavoro straordinario mai fatto ma pagato. «L'attenzione dell'arma dei carabinieri è massima non solo per i reati legati alla criminalità organizzata - dice il colonnello Pierangelo Iannotti, comandante provinciale dei carabinieri - ma anche per i reati contro la pubblica amministrazione, che comportano un depauperamento delle casse pubbliche».

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