GELA. Amore mio, ma quanto mi costi? E’ un prezzo decisamente elevato quello che l’amministrazione comunale, in tempi di magra come quelli attuali, è costretta a sostenere per la lotta al randagismo. «Il costo – spiegano i contabili del Palazzo di città – nell’ultimo anno è salito fino quasi a toccare quota 400 mila euro».
Una spesa enorme se si pensa a quanti servizi potrebbero essere attuati per la collettività con quella cifra. Ma la tutela degli animali è un costo sociale indispensabile se si pensa agli effetti del randagismo. Il dramma di Scicli insegna.
Attualmente sono 260 circa gli amici a quattro zampe “assistiti” dall’amministrazione. Vivono nel canile privato della società Ricara di San Cataldo, alla quale l’amministrazione comunale passa una quota per l’alimentazione e la tutela di svariate centinaia di euro l’anno. Poi bisogna aggiungere i costi del servizio di accalappiamento. E si arriva ai circa 400 mila euro annui.
Il Comune, però, sta intervenendo su vari fronti per abbattere gli alti costi del servizio. Intanto da due settimane è partita l’anagrafe canina, alla quale farà presto seguito una campagna di sterilizzazione dei randagi che dovrebbe, si spera, ridurre drasticamente il numero dei randagi in circolazione, dovuto alle cucciolate. A questo si affianca il progetto di un canile (privato, proposto dalla Dog House) che dovrebbe contribuire a ridurre i costi di trasporto e gestione.
Infine una campagna di adozioni. L’ufficio igiene del Comune dispone di un bell’album con le foto di tutti gli animali ospiti del canile: chi volesse può scegliersi un nuovo amico. Campagna di adozioni che è stata pubblicizzata con manifesti e annunci. Peccato che per adesso questa pregevole idea non decolli.
“A oggi – spiegano in municipio – non ci risulta alcuna adozione. Si sono fatte avanti solo un paio di persone. Ma è finita lì”. Insomma, un flop. Almeno per ora.
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