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Milan-Galliani, addio all'orizzonte: il futuro si chiama Barbara Berlusconi

L'ad rossonero ha incontrato il patron ad Arcore: "Lui sarà il mio presidente per tutta la vita"

ARCORE. «Silvio Berlusconi sarà il mio presidente per tutta la vita» e «se mi occuperò di calcio per tutta la vita sarà per il Milan». Sono piene di riconoscenza le parole di Adriano Galliani al termine dell'incontro di tre ore con il presidente rossonero. Ma, secondo alcune indiscrezioni, lo scenario più realistico al momento è che questo faccia a faccia abbia avviato a una separazione 'dolcè, graduale e senza traumi. Perchè non ci sarebbe spazio per Galliani nella ristrutturazione societaria che da giugno prenderà corpo anche secondo nomi (da Paolo Maldini a Claudio Fenucci, da Michele Uva a Demetrio Albertini) e linee guida indicati da Barbara Berlusconi, che una settimana fa ha messo per la prima volta in discussione il recente operato dell'ad trovando sponda nel padre.  Se a giugno (o magari all'assemblea dei soci di aprile) dopo 28 anni si dovesse chiudere l'avventura di Galliani al Milan, non si interromperà quella con Berlusconi, che data del primo novembre 1979 quando il futuro magnate delle telecomunicazioni, proprio a Villa San Martino, acquistò il 50% della Elettronica Industriale del manager brianzolo. A quella cena partecipò anche Fedele Confalonieri, voluto a tavola da Berlusconi e Galliani anche in occasione di questo pranzo a suo modo storico. Il presidente di Mediaset è il primo a raggiungere Berlusconi ad Arcore. Un quarto d'ora più tardi, alle 13.20 si ricompone il 'triumviratò di vecchi amici quando arriva Galliani, che per una volta non può vivere al fianco della squadra la vigilia di una partita (per di più delicata). Era necessario un chiarimento dopo le bordate della figlia del presidente. Nessun ultimatum, nessuna porta sbattuta nè chiusa in faccia. Ma qualche somma è stata tirata, e qualche piano per il futuro delineato da Berlusconi, che alla fine in pantaloni e maglione scuri, appoggiato al portone di Villa San Martino saluta i giornalisti da lontano e osserva uscire dal cancello l'auto di Galliani.  «Solo una parola - esordisce l'ad rossonero -: quello che mi sento di dire è che Silvio Berlusconi è sempre il numero uno al mondo, lo è stato, lo è e lo sarà per sempre». Ma è ancora il suo presidente? «Berlusconi sarà sempre il mio presidente, per tutta la vita. Lo era quando ero a Mediaset, lo era quando ero a Fininvest, lo è quando sono al Milan». Il verbo coniugato al presente può non essere una scelta casuale. Galliani glissa quando gli domandano se lavora ancora per il Milan e se è cambiato qualcosa nella gestione del club. «Mica c'è stata la guerra», aggiunge e definisce «roba da pazzi» le ipotesi di un suo futuro al Paris Saint Germain.  «Io sono legato a Silvio Berlusconi per sempre - ribadisce - è chiaro ed evidente che se mi occuperò di calcio per tutta la vita sarà per il Milan. Se mi occuperò di altre cose sarà di altre cose, ma non tirate fuori cose fantascientifiche». 'Altre cosè, un giorno potrebbe significare un incarico di prestigio in un'azienda della galassia berlusconiana. Una sorta di ritorno alle origini, a quel primo novembre 1979 «quando è partita la nostra avventura - ricorda Galliani -. Un'avventura per tutta la vita, che non è previsto si interrompa».

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