Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Crocetta alle cliniche private: voglio qualità

Ventuno strutture rischiano di perdere il finanziamento pubblico per l’applicazione di una legge nazionale. Il presidente della Regione: troveremo una soluzione. L’Aiop: niente tagli senza testo definitivo

PALERMO. Almeno 21 cliniche private rischiano di perdere il finanziamento pubblico. In base alle recenti norme nazionali, che la Regione sta per recepire all’interno del piano dell’assessore Lucia Borsellino, non hanno una dimensione tale da poter mantenere l’accreditamento. Scoppia così un nuovo caso nella sanità e l’Aiop, l’associazione delle case di cura, chiede al governo di non varare alcun provvedimento se prima a Roma non verrà definito il quadro delle norme nazionali.
Il decreto Balduzzi, a cui la Regione è chiamata ad adeguarsi, indica fra le altre norme che si può concedere l’accreditamento solo alle cliniche che hanno almeno 60 posti letto per le terapie acute (quelle meglio finanziate dalla Regione). «In base a questo paletto - spiega Pippo Digiacomo (Pd), presidente della commissione Sanità dell’Ars - molte cliniche verrebbero tagliate fuori dal sistema. Così si rischia di alterare l’equilibrio dei servizi». La commissione Sanità ha completato un monitoraggio delle 56 case di cura oggi finanziate dalla Regione. Ne è venuta fuori la mappa di quelle che rischiano. Nel Catanese sono in bilico le cliniche Tigano, La Gretter-La Lucina, Stefano Velona, Gibiino, Madonna del Rosario, Mater Dei, Santa Rita, Valsalva, Villa dei Gerani, Lanteri Villa Fiorita, Mons Giosuè Calaciura. Nel Messinese rischiano solo la Cappellani-Giomi e la Villa Igea mentre nel Nisseno è in bilico la Regina Pacis di San Catalado. A Palermo tremano Demma, Cosentino e Villa Margherita. Nel Siracusano il problema riguarda Villa Azzurra, Villa Mauritius Arcobaleno e Villa Rizzo. A Trapani è in bilico solo la Morana.
Tutte le altre 35 case di cura private sarebbero in regola. Ma Barbara Cittadini, presidente dell’associazione, fotografa diversamente il paletto di legge: «Questa parte del decreto Balduzzi è sospesa in attesa di un regolamento attuativo che a Roma è in corso di approvazione. I requisiti che verranno introdotti per ottenere l’accreditamento non saranno solo quelli dei posti letto minimi ma si parlerà anche di qualità delle prestazioni e standard tecnologici. E poi, in base al numero di posti letto rischiano anche alcuni ospedali pubblici». In effetti la bozza di piano sui posti letto ospedalieri che la Borsellino ha portato in giunta giovedì indica anche la possibilità di «trasformare e/o disattivare i piccoli ospedali con funzioni anche territoriali». La Cittadini suggerisce tuttavia al governo di attendere che Roma detti norme definitive prima di varare il proprio piano.
L’assessorato alla Sanità, guidato da Lucia Borsellino, chiarisce che «la norma nazionale detta al momento un limite a cui ”tendenzialmente” ci si deve adeguare. Anche noi attendiamo il regolamento attuativo ma intanto non possiamo non fare delle proiezioni in base alle norme attuali». Il presidente Crocetta, che pure giovedì aveva avvertito tutti «di non attendersi sconti», ieri ha provato a riaprire il dialogo con i privati: «Non modificheremo i rapporti attuali, anche perchè i privati che già lavorano nel sistema sanitario pubblico lo fanno in forza di una convenzione. Il problema è che tutti si dovranno adeguare a standard qualitativi alti. Le soluzioni si trovano sempre, che siano accorpamenti o riqualificazioni. L’unico limite è quello del totale dei posti letto a vantaggio dei privati, quello non possiamo superarlo». Crocetta assicura anche che «non taglieremo teste e non si perderanno posti di lavoro».
Il piano che l’assessore sta mettendo a punto prevede la cancellazione di circa 1.350 posti letto mai attivati e la trasformazione di alcuni esistenti per acuti in posti per riabilitazione e lungodegenza (meno remunerativi). I privati dovrebbero rinunciare a 242 posti letto per acuti e trasformare 149 di quelli rimanenti in posti per lungodegenti. Ma anche in questo caso Crocetta prova a spegnere le polemiche: «Il piano è ancora in elaborazione. Stiamo facendo le proiezioni dei tagli necessari in base alle norme nazionali, l’assessore Lucia Borsellino farà un ottimo lavoro».
Crocetta avverte tuttavia che anche nella sanità potrebbero emergere scandali: «Stiamo spulciando parecchie carte e documenti legati a gare d’appalto. Vedremo cosa troveremo...».

Caricamento commenti

Commenta la notizia