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Mika, popstar straniera adottata dall’Italia «La musica? Rende più semplice la realtà»

MILANO. «Non è un best of, ma un song book: per me non esiste un "meglio di"». Esordisce così Mika, il «talent scout» anglo-libanese, dall'italiano «imperfetto» ma gradevole che ha letteralmente conquistato tutti con la sua simpatia e ironia, durante la presentazione del suo ultimo lavoro discografico, Song book Vol. 1, nella cornice assai suggestiva di Villa Necchi Campiglio a Milano.


Uscirà il prossimo 12 novembre la raccolta del suo lungo lavoro «italiano» che lo ha
visto incoraggiato da una «squadra splendida e fortunata», come lui stesso ha definito
la Universal Music, l'etichetta che lo ha seguito fin dal suo primo album Life in
cartoon motion, e poi in The boy who knew too much e The origin of love.
L’artefice finora indiscusso del successo della nuova edizione di X-Factor, il talent di
Sky che ne ha sancito il pieno gradimento come «personaggio», esce con un progetto di
excursus artistico («il primo di una serie», ci tiene a sottolinearlo), solo per il mercato italiano cui ha molto creduto e di cui ha curato ogni singolo aspetto: dalle scelta delle canzoni, «piccole storie della mia vita», alle fotografie e alle illustrazioni di copertina, realizzati appunto in Italia.


«Questo disco non chiude nulla, ma è un ripercorrere quasi nove anni di musica: è
come guardarmi allo specchio e rivedere tutta la mia vita. La prima volta che ho suonato è
stato Strausse ora mi ritrovo qui, al mio quarto disco».


Da Grace Kelly a Celebrate, passando per Relax (Take It Easy), Rain, Kick Ass, We Are
Golden e Love Today, un viaggio attraverso quindici successi internazionali che gli sono
valsi certificazioni di disco d'oroodi platino in ben 32 Paesi di tutto il mondo, e la vittoria
ai Brit e agli MTV Award, vendendo più di otto milioni di album, nonché la nomina
di Cavaliere delle Arti delle Lettere in Francia. «Chi non ha ascoltato mai
la mia musica, crederà che io sia letteralmente pazzo», dice scherzando. «La musica fa andare oltre l'apparenza e la superficialità, fa vedere cose che non si vedono subito a occhio nudo. La musica semplifica la realtà». E parla anche della sua omosessualità: «Io
non sono un politico, ma un musicista, e quello che ho detto sui diritti degli omosessuali
lo penso davvero». Nel disco anche Origin Of Love e Happy Ending, in due versioni diverse da quelle conosciute, e Popular Song la famosa canzone ispirata al musical
Wicked e qui in duetto con Ariana Grande, «bravissima cantante cui non avrei
mai scommesso e che mi ha letteralmente stupito. La canzone è attualmente in vetta alle
classifiche americane».


E poi due brani mai pubblicati, Live Your Life e l'emozionante Stardust, ormaiuncult cantato durante la finale della scorsa edizione con Chiara Galiazzo e riproposta in una nuova versione in duetto proprio con lei: ieri sera l'hanno intonata durante la terza puntata
del talent, tornando a distanza di un anno ad esibirsi insieme. È lui il personaggio del momento: semplice, solare e spontaneo. Nel suo futuro? «Continuare a scrivere canzoni,
a emozionarmi mentre le interpreto e a divertirmi».

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