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Caos Pd, a Siracusa un contro-congresso

Renziani in assemblea mentre il resto del partito elegge segretario la Castelluccio. «Se ne occupi Roma»

SIRACUSA. L'Aventino dei «renziani» di Siracusa si chiama Mazzarona. È il quartiere popolare dove il sindaco Giancarlo Garozzo, il segretario cittadino Paolo Gulino e l'aspirante segretario provinciale Liddo Schiavo con gli altri «dissidenti» del Pd aretuseo si sono dati appuntamento ieri sera per il loro «controcongresso». Nel salone parrocchiale della chiesa di San Corrado, l'assemblea ribelle: «Solo una riunione di privati», taglia corto il presidente della Commissione regionale, Alfredo Rizzo. Al «Minareto», lussuoso albergo del lungomare cittadino, s'è invece svolto il congresso «ufficiale» che ha proclamato l'elezione di Carmen Castelluccio alla guida del partito. Con lei, il «correntone dei parlamentari»: Marika Cirone Di Marco, Sofia Amoddio, Bruno Marziano, Pippo Zappulla. La partita, comunque, non sembra finita perché la puntata siracusana della «guerra delle tessere» arriverà ora in visione alla Commissione nazionale del Pd. Lunedì, Gulino aveva minacciato: «Se non avremo giustizia a Roma, i nostri sindaci e consiglieri sono pronti a iniziative eclatanti. Ad esempio, all'autosospensione dal partito». Niente «aventiniani» a Trapani, dove ieri s'è tenuta l'assemblea che ha affidato la guida della macchina provinciale di partito a Marco Campagna, il candidato dei «Dem» e di una quota maggioritaria dei «renziani» con sostenitori del calibro della senatrice Pamela Orrù, del capogruppo all'Ars Baldo Gucciardi, dell'ex assessore regionale Nino Papania. Uno dei grandi elettori dello sconfitto Mino Spezia, il sindaco di Erice Giacomo Tranchida, riconosce la vittoria: «Prendiamo atto del risultato elettorale che ha visto Campagna prevalere su Spezia». La sua, comunque, non è una resa incondizionata. Cancellata dall'agenda la riunione dei delegati - «ma solo perchè impegnato in Consiglio comunale» - Tranchida spedisce un messaggio agli amici e, soprattutto, ai nemici: «Mi auguro che adesso il nuovo segretario e gli altri si pongano il problema di chi fa parte del Pd a Trapani. Non è una questione di secondo piano in una provincia come questa, dove certo non si può fare gli struzzi. Parlo per me, così evito riferimenti ad altri: Campagna si informi bene su Giacomo Tranchida, sulla mia storia e le mie frequentazioni. Lo faccia in tutte le sedi. D'altronde, se un Comune deve prendere informazioni si interfaccia con tutte le istituzioni. Altrettanto, può e deve fare un partito. Discutono tanto di codice etico, adesso li vedremo all'opera». A Catania, intanto, si studia una soluzione per consentire che il 17 pure in terra d'Etna gli iscritti al Pd possano votare per scegliere i tre concorrenti alle primarie dell'8 dicembre. Oggi, quattro in corsa: Beppe Civati, Gianni Cuperlo, Gianni Pittella e Matteo Renzi. Tutta da decifrare, però, la «platea elettorale» catanese dopo la sospensione dei congressi a causa della «lievitazione» delle tessere. Non è ancora certo chi sarà ammesso al seggio nei circoli e chi no: «Qualcosa faremo, il partito nazionale chiede che anche a Catania si voti», commenta Alfredo Rizzo.

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