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Dipendenti demotivati, l’Ast prepara 50 promozioni

Il direttore dell’azienda scrive alla Regione chiedendo lo stop al divieto di assumere: carenze d’organico e personale da incentivare. L’operazione costerebbe 400 mila euro in più all’anno

PALERMO. Vuoti d’organico, servizi carenti ma soprattutto personale demotivato: con queste motivazioni l’Azienda siciliana trasporti si prepara a concedere 50 promozioni ad altrettanti dipendenti. Una mossa che, se arriverà il sì della Regione, costerà quasi 400 mila euro in più all’anno. E che ha già scatenato la polemica all’Ars, dove il Pdl chiede di bloccare le procedure «visto che la società partecipata si contraddistingue solo per i disservizi e i costi spropositati della propria attività».
Il caso nasce da una lettera che il direttore generale Giovanni Amico ha inviato al governo chiedendo di rimuovere il divieto di assumere e promuovere introdotto a fine 2008. L’Ast, guidata da Dario Lo Bosco, ha chiuso un accordo con i sindacati accogliendo le loro richieste sulle promozioni. Per questo motivo la lettera di Amico segnala «significative carenze in settori cruciali» e pure «il diritto alla progressione di carriera» del personale.
Ma la richiesta alla Regione mette in evidenza soprattutto un forte disimpegno dei 940 lavoratori dell’Ast. E le promozioni dovrebbero dare una scossa in questo senso: «La paralisi degli avanzamenti di carriera - scrive il direttore - ha significative conseguenze sulla produttività del personale. La leva motivazionale della progressione di carriera si manifesta come la principale spinta del dipendente al miglioramento delle proprie professionalità e alla profusione del massimo impegno. La scomparsa di tale leva non può che avere conseguenze negative sulla performance lavorativa riducendo fortemente la spinta al miglioramento e quindi all’efficacia della prestazione». Anche per questo motivo ci sono 150 vertenze per il riconoscimento di mansioni superiori. A ciò si aggiunge il ritardo nel pagamento degli stipendi.
I vuoti d’organico, dovuti al blocco del turn over, riguardano posizioni importanti. In primis nell'area Amministrazione e servizi dove i quadri sono 8 a fronte di 21 posti. Mentre nelle officine dell’azienda che cura i collegamenti fra città e paesi di tutta la Sicilia «sono in forza 10 dipendenti mentre le figure apicali previste sono 20». Infine, nel settore Organizzazione e Controllo ci sono 15 dipendenti e dovrebbero essere 42. I vuoti di organico sono anche in altri settori, al punto che almeno 200 dipendenti potrebbero chiedere avanzamenti di carriera che assicurerebbero aumenti medi di 80 euro al mese. Nella richiesta alla Regione si segnala anche che l’aumento di costi pari a 397 mila euro potrebbe essere compensato dai maggiori incassi dei biglietti (visto che verrebbe migliorato il servizio di controllo) e dal mancato ricorso all’esterno per altre figure.
In attesa che il governo risponda è il Pdl, con Marco Falcone, a mettersi di traverso: «Oggi il servizio di trasporto pubblico locale - si legge in un’interrogazione - non può sopportare le due velocità: quella dei privati i cui costi sono sicuramente competitivi col mercato e quella del pubblico che, purtroppo, continua a produrre disavanzi che poi mamma Regione è chiamata regolarmente a coprire». Il riferimento è ai contributi per la cosiddetta ricapitalizzazione che quest’anno hanno raggiunto i 28 milioni mentre per il servizio ordinario la Regione versa altri 20 milioni. «Ma da quest’anno - conclude Lo Bosco - il nostro bilancio ha un utile di 80 mila euro. Il deficit è superato».

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