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Porto Empedocle, profughi: “derubati durante sbarco”

AGRIGENTO. Le Procure militare e di Agrigento hanno aperto un'inchiesta, conoscitiva, al momento senza indagati, sulle denunce presentate da alcune decine di migranti sirani che, prima dello sbarco a Porto Empedocle, avrebbero consegnato denaro e oggetti preziosi a bordo della corvetta Chimera della Marina militare, che non avrebbero più riavuto indietro.    L'episodio, come ricostruisce oggi il quotidiano La Repubblica, sarebbe avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 ottobre scorsi. Un barcone alla deriva a trenta miglia a sud-ovest di Lampedusa viene soccorso dalla corvetta della Marina militare che salva 95 profughi, compresi 25 minorenni e 22 donne, portandoli al sicuro a Porto Empedocle. Durante il viaggio, secondo quanto riferito da alcuni siriani, sarebbe stato chiesto loro di identificarsi e di consegnare gli oggetti personali, che, sempre secondo quanto sostengono i migranti, non sarebbero stati però restituiti. Dopo lo sbarco in Sicilia, la Chimera, impegnata nell'operazione Mare Nostrum, è ripartita per nuove missioni nel Mediterraneo, mentre alcune decine di siriani, una volta sbarcati, hanno presentato denuncia alla polizia.    Da questi esposti sono scaturite le due inchieste della procura militare e di quella Distrettuale di Agrigento,  coordinata dal sostituto Silvia Baldi che ha delegato le attività di indagine alla squadra mobile della Città dei Templi.

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