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Immigrazione, Letta al rientro da Bruxelles: “Ora è tema europeo”

BRUXELLES.  Risposte operative come il rafforzamento di Frontex dal vertice Ue di dicembre; decisioni politiche che richiedono una riflessione più a lungo termine, come quella dell'asilo, al summit di giugno. Sull'immigrazione l'Europa imbocca la strada della «solidarietà» e della «giusta condivisione delle responsabilità» e si lega a due scadenze per calibrare le sue risposte, dotandosi di una task force guidata dalla Commissione, per la messa a punto di «misure concrete».   
È il risultato che il premier Enrico Letta incassa a Bruxelles «soddisfatto» perchè il tema è diventato «europeo», con i 28 che «finalmente, dopo tanti anni e tanta disattenzione, affrontano il tema, e il dramma del Mediterraneo». Un esito quello «sulla solidarietà non scontato», sul quale l'Italia ha fatto valere il suo peso, e che il primo ministro racconta di aver «visto crescere giorno dopo giorno».   
«Una buona notizia» arrivata dopo lunghe discussioni tra gli Stati membri, anche se alla fine saranno sempre e comunque «i fatti a contare», perchè quello che viviamo è «un dramma di proporzioni mondiali» che non può essere affrontato «con operazioni di piccolo cabottaggio».   
Da oggi i Paesi europei del Mediterraneo sono meno soli, con l'emergenza sbarchi (anche la notte scorsa 700 i migranti sbarcati sulle coste siciliane) che si è trasformata in una sfida corale. Dopo la tragedia di Lampedusa l'Ue pone infatti nelle sue conclusioni «l'imperativo della prevenzione e della protezione». E afferma la necessità di prendere un' «azione decisa» per prevenire la perdita di altre vite in mare. Intanto l'Olanda mette a disposizione i suoi aerei a sostegno di Frontex, l'agenzia di pattugliamento dei confini impegnata fino a fine novembre nell'operazione Hermes, a Lampedusa.    
Conclusioni che Letta reputa «sufficienti rispetto alle aspettative», un risultato partito con la richiesta italiana di un inserimento nell'ordine del giorno che non fosse solo un vago «'prendere notà» ma avesse «contenuti operativi», mentre già a Roma si lavora alle proposte sull'asilo.   
Soddisfazione viene espressa anche dal presidente francese Francois Hollande. «L'Europa ha definito un metodo» con «tre principi di azione: agire su paesi origine e transito, rafforzare la sorveglianza delle frontiere costiere e lottare contro i trafficanti di esseri umani» e «per dicembre dobbiamo avere una risposta per il Mediterraneo», dice. Perchè «Lampedusa esige delle risposte» e «la questione riguarda tutta l'Ue», è in questa sede che deve essere «portata e affrontata». «Non è un problema nuovo - osserva il presidente dell'esecutivo Ue Josè Manuel Barroso - ma ora c'è un senso di urgenza, e dobbiamo aiutare i Paesi più esposti».   
Dal canto suo Angela Merkel evidenzia la «distinzione tra le misure immediate» che saranno vagliate a dicembre, «e la prospettiva a lungo termine» in cui rientra la revisione delle politiche Ue per l'asilo. E sulle due fasi della tabella di marcia pone l'accento anche il premier maltese Josef Muscat, che proprio nella scadenza di dicembre individua il «messaggio positivo» e la vittoria della Valletta.

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