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Primarie del Pd, lo scontro per le tessere

Civati e Cuperlo: "In Sicilia irregolarità a Catania e Trapani. Una ragazza di 14 anni iscritta a sua insaputa". Lupo: "Situazioni da verificare"

PALERMO. Sussurri e grida, veleni e sospetti: alla «regola» di tesseramenti e congressi non fa eccezione neppure stavolta il Pd siciliano. «Renziani» sotto assedio con il segretario Giuseppe Lupo pronto a replicare alle accuse di Giuseppe Civati, il candidato alla segreteria nazionale ieri a Palermo, e dei sostenitori di Gianni Cuperlo, altro concorrente nella corsa alla successione di Guglielmo Epifani. Civati non ha certo parlato in «politichese», quando ha lanciato uno stizzito avvertimento ai suoi avversari interni: «Noi forse siamo persone ingenue, perchè crediamo che il congresso sia l'occasione per cambiare la sinistra, ma non siamo cretini. Possiamo verificare il numero nelle tessere rilasciate. Dalla sensazione che non si voleva iscrivere più nessuno siamo passati a un boom!». Affermazione esplicitata dalla coordinatrice regionale dei «civatiani», Valentina Spata, che ha annunciato «ricorso alla Commissione nazionale di garanzia del partito» e denunciato: «A Catania ci è arrivata la segnalazione di una ragazza di 14 anni (si vota, appunto, a partire dai 14 anni, ndr) tesserata a sua insaputa. Ci risulta anche che ci siano iscritti di un sindacato che distribuiscono gratuitamente tessere, mentre a Trapani a un ragazzo disabile gli è stata negata perchè non poteva fisicamente recarsi in sede». Dal capoluogo etneo, il responsabile della Commissione provinciale Tuccio Alessandro ribatte: «Non so nulla del caso di questa quattordicenne». Il segretario regionale Giuseppe Lupo afferma: «Sono tutte situazioni da verificare, da provare». Per Lupo, botta e risposta anche con i «fan» di Cuperlo. In particolare con il parlamentare Giuseppe Lauricella che, sempre ieri e sempre a Palermo, ha organizzato una «riunione di area» cui hanno preso parte l'assessore regionale Marianna Lo Bello, il sottosegretario alla Giustizia, Giuseppe Berretta e il deputato regionale Giovanni Panepinto. Per Lauricella, il «Pd siciliano tende a chiudersi in se stesso, a non aprirsi al dialogo e alla partecipazione sia dei cittadini che di quanti vogliono spendersi in politica per costruire qualcosa: una logica che agli appuntamenti elettorali porta un calo di consensi». Pure il deputato nazionale, peraltro, vuole presentare ricorso ai garanti «per verificare atteggiamenti che tendono a non includere nuove realtà presenti all'interno del Pd». Evidente l'attacco al segretario regionale. Che ribatte: «Questa fase congressuale - dichiara Giuseppe Lupo - sta registrando una grande partecipazione di iscritti e di elettori. Ciò dimostra che il Pd è plurale, aperto alla partecipazione di tutti. Se poi il problema è che nella commissione regionale di garanzia, oltre ai quattro rappresentanti dei candidati alla segreteria nazionale, siedano undici componenti e che nessuno sia espressione di Lauricella, vorrei ricordare che quei nomi sono stati votati da una direzione cui l'onorevole Lauricella non ha preso parte. In questo Pd si discute e si decide negli appositi organismi di partito, dove ognuno ha pari importanza a prescindere dal fatto che sia deputato o meno. Quel ricorso è infondato. Uno che è docente di Diritto dovrebbe saperlo».

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