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L’iter infinito dell’elisoccorso a Niscemi Il mancato avvio al vaglio della Prefettura

NISCEMI. Il mancato avvio di una elisuperficie a Niscemi, nonostante tre provvedimenti attivati dal 1996 ad oggi, è finito all’attenzione della Prefettura di Caltanissetta.
Ad accendere i riflettori sulla vicenda è stato il cittadino Giuseppe Maida, spinto dalle lamentele delle famiglie di persone decedute o colpite da patologie permanenti, per cause, a loro dire, legate a ritardi di trasferimento verso strutture sanitarie più adeguate del territorio. Maida è stato convocato a Caltanissetta dove ha incontrato il vice prefetto Giuseppa Di Raimondo.
La mancanza del servizio di elisoccorso, diurno e notturno, sarebbe alla base del malcontento che potrebbe sfociare in una causa civile delle famiglie offese e in un maxi risarcimento. Dopo una prima segnalazione-denuncia dello stesso Maida, sarebbe stato affisso il cartello di inizio e fine lavori sul cantiere di realizzazione dell’elipista. «La consegna sarebbe dovuta avvenire il 4 febbraio scorso - spiega Maida -. Probabilmente ci sono state difficoltà, anche se dopo sette mesi si parla dell’avvio della struttura che invece ancora presenta carenze strutturali tipiche. Credo, invece, che l’elipista sia ancora un cantiere in costruzione. Al vice prefetto Di Raimondo ho elencato una serie di criticità che iniziano nel 1996 - assicura Maida - con la costruzione di una elisuperficie diurna poi abbandonata e proseguita con un progetto nel piazzale interno dell’ospedale Basarocco, dove sono rimasti gli inerti. Successivamente, il 6 novembre 2012 con un importo di 264 mila euro finanziati dalla protezione civile, sono iniziati i lavori per la realizzazione dell’attuale struttura la cui consegna era fissata per il 4 febbraio scorso. A distanza di sette mesi la struttura mostra solo lacune. Non si comprende per quale motivo non sia stata attivata e non esistono i sistemi di sicurezza antincendio. Manca anche una telecamera per vigilare sull’elisuperficie per contrastare eventuali irruzioni vandaliche. Sarebbe opportuno spiegare alla cittadinanza le motivazioni dei ritardi. Ci sono persone che hanno subito lutti pronte ad adire le vie legali per chiedere maxi risarcimenti. Non allenterò la tensione e sono a disposizione dell’autorità giudiziaria e del Comune».

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